Intervista esclusiva a Gianfranco Pazienza
Finalmente giunge ad un traguardo importante la delicata questione dello spostamento del depuratore che ha visto tanti anni di intenso lavoro da parte di numerosi esponenti politici e non. I ringraziamenti a te sono doverosi. Quando hai saputo della notizia della firma di Vendola del decreto, cosa hai pensato?
Che vince una ostinazione ambientale, finalmente, si risarcisce una città che e’ stata truffata. Ho incontrato il presidente Vendola lunedì 22 gennaio soddisfatto della conclusione, lui ha mantenuto un grande impegno con noi.
Facciamo un salto nel passato. A quando risalgono i tuoi primi passi sulla questione? In poche battute, come si sono svolte le vicende?
Il percorso parte dal lontano, dal 1997, quando con Pignatelli, il collaboratore del ministro Ronchi (dei Verdi) abbiamo portato all’esame di una commissione un progetto di depuratore che ha affascinato per le soluzioni di recupero energetico e il riuso delle acque depurate. Mi auguro che questo principio ambientale venga rispettato nella realizzazione del progetto. al ministero c’erano dei fondi residui per i comuni dei parchi nazionali e con questo siamo riusciti a candidarci. inizialmente il progetto, che mi avevano messo a disposizione degli amici, doveva essere elaborato dall’ing. Follieri, troppo impegnato per il giubileo. L’impegno e’ passato all’ingegner Di Lullo, con cui abbiamo seguito diversi passaggi. nel 2000, con il decreto di commissariamento, vengono stanziati 10 miliardi delle vecchie lire, per il nuovo depuratore di San Giovanni Rotondo. Era un primo traguardo importante. Sapevo che bisognava lavorare sodo a prescindere che al governo locale ci fosse il centrodestra. Io sarei stato disponibile a raggiungere il traguardo. Nel 2003 il governatore fitto e l’amministrazione di centrodestra di Squarcella, soprattutto il vicesindaco Cappucci, si accordano, invece, per l’adeguamento del vecchio impianto, mortificando le aspettative della citta’ con un finanziamento di un milione e settecentomila euro. Per noi, come detto, erano a disposizione invece 5 milioni di euro.
Divenuto assessore cosa hai fatto?
Da assessore, come primo atto, il 15 maggio 2005, ho cominciato a macinare fiumi di inchiostro e migliaia di chilometri in direzione di Bari e di Foggia, per riacciuffare dai capelli il nostro progetto e bloccare l’avvio dei lavori di adeguamento, bloccando quella che per me era una vera truffa. e poi sapevo quanta fatica era costato portare a San Giovanni Rotondo i primi dieci miliardi messi a disposizione dal ministero dell’ambiente. devo dire che nel lavoro e nell’impegno quotidiano ho trovato la piena disponibilità del sindaco; aveva fiducia cieca in ciò che stavo facendo. Cosi’ pure e’ stata importante la collaborazione con Nicola Capuano, Giuseppe Longo, Giovanni Pazienza, la fiducia degli assessori e dei consiglieri comunali, oltre all’impegno dei partiti presso i loro rappresentanti in regione.
Quando eri assessore, erano stati già previsti dei fondi? Se sì, in che maniera?
Quando il sette aprile 2006 arrivava il primo decreto di Vendola, con il quale venivano bloccati i lavori di adeguamento e indicata la strada per la delocalizzazione e la realizzazione del nuovo impianto, venivano destinate anche le somme del commissario delegato sulla base del progetto proposta dall’ufficio tecnico. i soldi sono stati accreditati ora con un progetto esecutivo che indica quale delle vecchie spese di adeguamento possono essere recuperati, e altri aspetti.
Hai tenuto a precisare l’importanza nella questione del Comitato Cittadino. Cosa vuoi dire loro?
La mobilitazione cittadina e stata decisiva, ci ha permesso di fare arrivare forte il messaggio allo stesso presidente Vendola che quando e’ venuto il 6 marzo 2006 nella sala del cinema Palladino, ha sentito questo calore e la determinazione della città. Così come con la manifestazione del 21 novembre 2006, che in molti hanno criticato, e con la cartolina di natale. Ecco, nel comunicato ufficiale del dell’amministrazione e del sindaco io avrei ringraziato almeno la mobilitazione del comitato cittadino, con la quale siamo riusciti a vincere. Al comitato cittadino, allora animato da Ennio Campanile, voglio dire che questo è soprattutto il successo di chi si impegna per il futuro sostenibile della nostra città, che non può essere amministrata da interessi piccoli, piccoli.
Quali sono stati i passaggi più difficili e delicati nel corso della lunga vicenda? E come sono stati affrontati da te e da chi ti stava intorno?
I passaggi difficili sono stati quelli per cui bisognava convincere l’acquedotto che i lavori di adeguamento andavano bloccati. E’ stata una lotta contro vari soggetti, molti dei quali cercavano scappatoie, o di fare breccia con qualche conoscenza all’interno della nostra amministrazione. Una volta con il consigliere Masciale siamo andati a Bari a convincere un ingegnere dell’AQP, di area dei DS, che non sarebbe passata nessuna tentazione, che tutte le forze politiche di San Giovanni Rotondo, compatte, non si sarebbero fatte convincere. Non bluffevamo, ma qualcuno, a San Giovanni, si lasciava sedurre dalle “sirene”. In questo anche il sindaco ha mantenuto la barra dritta; un bell’impegno, anche se oggi i verdi sono fuori dall’amministrazione, nonostante tutto il lavoro fatto insieme.
Quando si raggiunge un risultato dopo aver faticato molto, si tira un sospiro di sollievo. È così anche in questo caso? Quale compito spetta, a tuo avviso, ora agli amministratori locali?
Quale compito per gli amministratori? Innanzitutto non si perdessero quest’altra occasione, e’ gia successo, per questo rivolgo l’invito ai cittadini di continuare a vigilare e a partecipare. Mi auguro che si tengano fede alle prospettive ambientali del recupero energetico e del riuso delle acque depurate, l’acqua e’ sempre più preziosa, e’ merce rara, e’ un bene comune. A questa partecipazione può dare il suo contributo, lo spazio messo a disposizione da sagiovannirotondonet.it, che ringrazio per questa intervista. Ora io mi sento impegnato a rispettare gli impegni, scusate il pasticcio di parole, con il presidente Vendola che ci ha finanziato il progetto, dobbiamo realizzarlo in tempi brevi, evitare spreco di denaro pubblico, farne un impianto pilota per dare lustro alla nostra città e alla Puglia.
M.A.