Dovevano essere retribuiti con i buoni lavoro. Ma non sono erogabili per appalti e servizi a terzi.
La differenziata, non smette di far parlare a San Giovanni. O meglio, dato per assodato che sia di vitale importanza l’avvio e la messa in efficienza della raccolta differenziata porta a porta, l’organizzazione della stessa resta sotto la lente di ingrandimento e sta mostrando giorno dopo giorno tutti i limiti di un’organizzazione quantomeno superficiale e approssimativa.
La prima importante mancanza è stata la campagna di comunicazione, praticamente relegata ad un furgoncino che girava per le strade ad est della città che con megafono avvisava dell’avvio della differenziata, e a dei manifesti nemmeno attaccati nei luoghi consoni della pubblicità e comunicazione istituzionale della città, bensì spesso relegati e attaccati ai tronchi degli alberi con il nastro da imballaggio. Viva l’ambiente. Il tutto nonostante i 25mila euro annui che, da appalto, l’Amministrazione versa all’azienda appaltatrice per le attività di informazione e comunicazione, e mentre è già partito il gioco al rimpallo delle responsabilità tra Amministrazione e azienda.
Dalla parte istituzionale invece, appariva sul sito internet del Comune, a poche ore dal primo conferimento dell’umido, il comunicato con le strade interessate dall’avvio e le modalità di ritiro delle pattumelle per chi non le avesse ricevute. Tutto a uffici comunali già chiusi.
E ancora, c’è il ritardo con cui avviene il ritiro, cosa che tutto sommato ci può stare nei primi giorni di rodaggio, mentre ben più grave è il fiorire di piccole discariche ai margini delle zone periferiche della città che espongono anche a rischi di salute. In alcuni casi si assiste addirittura a veri e propri esodi di cittadini che caricano immondizia nelle proprie auto e le vanno a scaricare nei bidoni della parte di città ancora non interessata dalla differenziata. Comportamenti dalla duplice lettura. Grave è difatti il comportamento di questi cittadini e soggetti economici poco avvezzi al senso civico da un lato, come grave è la mancanza di controllo da parte delle autorità dall’altro.
Infine arriviamo al nodo dei “Facilitatori”, le 30 figure, assunte per tre mesi, che dopo aver frequentato il corso di formazione, avrebbero dovuto distribuire le famigerate pattumelle per la raccolta differenziata abitazione per abitazione, e fornire tutte le informazioni del caso. Ragazzi, assunti a 500 euro mensili dalla Lombardi Ecologia e retribuiti con i cosiddetti “buoni lavoro”, o “Voucher”. Dopo pochi giorni questi facilitatori sono stati bloccati, e la distribuzione delle pattumelle è stata sospesa, al punto che parecchi cittadini al giorno di avvio della differenziata non si erano visti recapitare nulla.
La selezione di questo personale è stata additata da alcuni come una sorta di spartizione politica di questi posti di lavoro, mentre pochi giorni fa, in un’intervista concessa alla nostra redazione, il consigliere Mimmo Longo smentiva categoricamente queste voci, chiarendo che “I 30 ragazzi sono stati assunti dalla ditta Lombardi, la quale li retribuirà con dei buoni lavoro dell’INPS come già detto varie volte. La politica non c’entra nulla nell’assunzione di questi ragazzi”.
Sempre il consigliere delegato in quota Fli, nella stessa intervista, assicurava che le pattumelle sarebbero comunque state consegnate dai Facilitatori, ma la realtà risulta ben diversa. Difatti ad oggi la consegna non è ripresa e probabilmente alla base dello stop ci potrebbe essere l’impossibilità di pagare le prestazioni a questi 30 ragazzi. Infatti le norme che regolano il pagamento attraverso i buoni lavoro INPS, ne vietano l’utilizzo in caso di servizi erogati da terzi, o in appalto. Come si può leggere anche direttamente sul sito dell’INPS “il ricorso ai buoni lavoro è limitato al rapporto diretto tra prestatore e utilizzatore finale, mentre è escluso che un’impresa possa reclutare e retribuire lavoratori per svolgere prestazioni a favore di terzi, come nel caso dell’appalto o della somministrazione. L’utilizzo dei voucher in caso di società appaltatrici di servizi è consentito esclusivamente nel caso dell’attività di stewarding in manifestazioni calcistiche”.
Il ricorso ai buoni lavoro è dunque limitato al rapporto diretto tra prestatore e utilizzatore finale, mentre è escluso che un’impresa possa reclutare e retribuire lavoratori per svolgere prestazioni a favore di terzi come nel caso dell’appalto e della somministrazione (già in tal senso INPS circ. n. 88/2009 e n. 17/2010).
Dunque un pastrocchio da dilettanti allo sbaraglio se fossero confermate queste motivazioni alla base dello stop della consegna. D’altro canto, se smentite, significherebbe che il pagamento dovrebbe avvenire con i voucher e che le selezioni e assunzioni di questi 30 ragazzi non sarebbero state fatte dalla Lombardi Ecologia, ma bensì dal Comune, smentendo in questo caso le parole del consigliere, e alimentando le voci su presunti clientelismi politici alla base delle scelte. Delle due, l’una. In ogni caso, qualunque sia la realtà, incapacità organizzativa o malizia politico-elettorale, nessuno ci ha fatto e ci fa una bella figura.
Pio Matteo Augello