Arrestato Damiano Soccio. Il movente è passionale
Dodici mesi di indagini serrate per risalire al presunto autore di un omicidio che ha sconvolto la piccola comunità di San Marco in Lamis. Un’indagine portata a termine “solo grazie ad elementi e riscontri investigativi” e maturata “in un clima di forte omertà” – come ha spiegato in conferenza il colonnello Antonio Basilicata – “nel quale nessuno ha collaborato, nessuno ha fornito elementi utili alle indagini”.
Stiamo parlando dell’omicidio di Ciro Ciavarella, l’allevatore incensurato di 42 anni, assassinato la sera del 12 ottobre del 2011: il suo corpo fu trovato, crivellato da numerosi colpi di fucile, dal fratello – che preoccupato per la prolungata assenza dell’uomo – si era avviato verso “Coppa Casarinelli” dove, poco distante, vi è l’azienda nella quale lavorava la vittima. Il cadavere era all’interno della sua Fiat Uno, con il volto sfigurato da tre pallettoni esplosi da breve distanza: la firma di una esecuzione, di una “punizione”.
Per il fatto, all’alba di oggi, i militari della compagnia di San Giovanni Rotondo hanno arrestato Damiano Soccio, 31enne del luogo (??? ndr), in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Foggia su richiesta della stessa procura. Soccio è accusato dell’omicidio di Ciavarella, con l’aggravante della premeditazione, nonché di porto e detenzione di armi da sparo.
Sin da subito le indagini si sono concentrate sul trentunenne, già coinvolto nell’operazione “Free Valley” e accusato del duplice omicidio di Giuseppe e Franco Limosani, del 2003 (episodio per il quale fu assolto in secondo grado essendo le accuse decadute). Secondo le indagini condotte dagli inquirenti della Procura di Foggia – le dottoresse Alessandra Fini e Giuseppina Gravina – durante il periodo di detenzione del Soccio, la moglie di quest’ultimo avrebbe stretto una relazione con l’agricoltore assassinato.
Una relazione extra-coniugale diventata, in breve tempo, molto “chiacchierata” nel centro garganico, anche se nessuno ha dichiarato poi – di fatto – di esserne a conoscenza. La conferma di questa circostanza, però, per gli inquirenti trova puntuale conferma nei tabulati telefonici ricavati da una delle due utenze telefoniche in uso alla vittima. I tabulati, infatti, hanno rivelato centinaia di contatti avvenuti tra Ciavarella e la moglie di Soccio.
Il movente dell’omicidio è, dunque, da rintracciare in ambito passionale così sospettato sin da subito dai militari dell’Arma, incaricati di seguire le indagini. Ad inchiodare, a livello indiziario, il 31enne numerosi elementi: innanzitutto gli esiti degli stub effettuati su alcuni indumenti dell’uomo (che hanno rivelato numerose particelle di polvere da sparo: piombo, antimonio e bario) e poi la circostanza – apparsa subito sospetta – del fatto che Soccio si sia fatto trovare dai carabinieri, a sera inoltrata, “appena lavato, cambiato d’abito e ben rasato, tanto fa far pensare che abbia cercato di cancellare ogni traccia preparandosi per l’attesa visita dei carabinieri”, ha chiosato Gravina. Dopo le formalità di rito, Soccio è stato associato alla casa circondariale di Foggia, dove resta a disposizione dell’autorità giudiziaria.
(fonte: foggiatoday)