L’inviato de La Stampa era scomparso in Siria il 9 aprile
«Erano esattamente cinque mesi che aspettavamo questa notizia, commovente telefonata del ministro degli Esteri Emma Bonino. Sappiamo che è già stata contatta la famiglia. È una notizia magnifica», ha commentato il direttore de La Stampa Mario Calabresi.
L’odissea di Domenico era iniziata appena passato il confine libanese, il 6 aprile. Quattro giorni più tardi aveva inviato un sms a una collega della Rai. Poi il silenzio. Rotto il 6 giugno nel primo pomeriggio con una breve telefonata alla moglie Giulietta. La voce lontana diceva di stare bene e di essere stato rapito.
Da quel momento sono passati altri tre mesi, un tempo lunghissimo fatto di segnali ma anche di nuovi lunghi silenzi. Un tempo di lavoro intenso, costante e prezioso delle nostre autorità, coordinate dall’Unità di crisi della Farnesina che già il 15 aprile era stata allertata dalla Stampa, d’intesa con la famiglia, del prolungato silenzio di Domenico. In questi 150 giorni senza Domenico tantissimi sono stati i segni di solidarietà: associazioni, giornali, siti, televisioni, il sindacato giornalisti e molte persone hanno manifestato la loro vicinanza esponendo un nastro giallo, che significa semplicemente “ti aspettiamo” . Il 1° giugno il momento più emozionante: l’appello video delle figlie Metella ed Eleonora fa il giro di tv e web del mondo arabo. Oggi, infine, la notizia più attesa: l’incubo è finalmente finito. Domenico Quirico torna a casa.
Bentornato!
da lastampa.it