Dalla città di San Pio un monito alla comunità: “Non siate cittadini a intermittenza”
Tanta gente ha affollato ieri sera l’Auditorium della parrocchia della Trasfigurazione per l’incontro, organizzato dal locale presidio di ‘Libera’, con don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo “Abele” e presidente di “Libera contro le mafie“.
Il sacerdote torinese, da anni sotto scorta per il suo impegno e le denunce contro le mafie, è arrivato nella città di San Pio (oggi sarà a San Marco in Lamis per l’anniversario dell’uccisione dei fratelli Luciani, ndr) per un incontro con la comunità locale dal titolo “Insieme per un percorso di consapevolezza e impegno”.
Il presidente di Libera ha parlato per circa un’ora e mezza (senza mai fermarsi neppure per bere un sorso d’acqua, ndr), puntando il dito contro le mafie che continuano a tesssere le proprie reti anche fuori dai confini delle regioni appartenza: “Ora le organizzazioni criminali del sud si spostano al nord dove fiutano affari, alla ricerca di nuovi investimenti, Oggi le mafie sono transnazionali, tecnologiche, con l’intelligenza artificiale che sotto le loro mani diventa intelligenza criminale. Creano reti, alleanze, si rigenera, per questo bisogna estirpare il male alla radice e non tagliare solamente l’erba in superficie“.
Don Ciotti si è soffermato sulla situazione della nostra regione e della provincia di Foggia: “L’ultimo rapporto antimafia ci dice che in Puglia il controllo del territorio da parte dei clan è elemento imprescindibile dei sodalizi criminali. Una mafia che trova il suo sostentamento nei furti, nelle rapine, nelle estorsioni e nello spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, con costante tendenza all’espansione dei propri territori controllati. La criminalità pugliese ha sviluppato l’attitudine ad agire in contensti economicamente rilevanti inquinando l’economia legale. In questa terra ci sono tante belle persone, giovani e ragazzi pieni di vita e di energia. Dobbiamo dare voce alla nuova generazione, non lasciamo che una minoranza che predica il male faccia più rumore della maggioranza che rappresenta il bene e il bello di questo paese. 18 milioni di persone non s reca a votare, non siate cittadini a intermittenza, professionisti della lamentela. Ognuno deve fare la sua parte per essere protagonisti del cambiamento, tacere è sempre una colpa, parlare è un imperativo etico oltre che una responsabilità civile”, ha tuonato don Luigi.
Don Ciotti, che il prossimo anno festeggerà i 60 anni del Gruppo Abele da lui fondato e i 30 anni di Libera ha annunciato una grande manifestazione in Vaticano a settembre, voluta fortemente dal Papa, sul tema dei beni confiscati alle mafie. A conclusione del suo intervento ha lanciato un monito ai presenti: “Il grande male di questo paese si chiama corruzione, una patologia che affligge la nostra bellissima Italia. Un male alimentato dalle pratiche di falso in bilancio, dall’abuso d’ufficio, le influenze politiche illecite, la liberalizzazione degli appalti senza gara. Alcuni politici diventano complici di reti criminali capeggiate da imprenditori senza scrupoli, e grazie a quese condotte illecite acquisiscono consensi. Bisogna rimettere al primo posto l’educazione civica, la scuola, il ruolo degli insegnanti, la sacralità delle istituzioni. Ai ragazzi dico studiate e ricercate sempre la verità“.
Di seguito l’intervista a don Luigi Ciotti realizzata dal nostro Antonio Lo Vecchio