Il designer delle supercar incontra gli studenti
Il Liceo Statale “Maria Immacolata” di San Giovanni Rotondo, su iniziativa del Dirigente, prof. Antonio Tosco nonché del prof. Corrado Grifa (apprezzato artista n.d.r) ha ospitato, lo scorso mercoledì pomeriggio, Donato Coco, automotive designer di fama internazionale.
Un incontro che ha lasciato il segno e ha catturato l’attenzione e la curiosità dei liceali presenti nell’Aula Magna della sede di via Cellini.
Sollecitato dalle domande degli studenti, li ha incantati con un racconto avvincente per sincerità e profondità. A cominciare da quell’immagine, evidentemente non sbiadita nella sua memoria, di lui, bambino di cinque anni che lascia l’Italia con i genitori che cercano lavoro in Francia.
La naturale, irrefrenabile passione per il disegno, gli studi compiuti con la certezza di aver scelto il percorso giusto, le prime tappe di una carriera presto destinata a diventare internazionale per una genialità ideativa da lui profusa nei numerosi modelli creati per notissime case automobilistiche.
Non ha voluto, non ha saputo nascondere sentimenti personali e alcuni dei valori ai quali si ispira nella sua vita. Uno di questi è la bellezza.
E sulla bellezza ha speso molte parole, esternando pensieri nobili e regalando agli studenti pillole di verità. Senza mai scadere nell’ovvietà.
Ha detto che il senso del bello è una necessità di tutti, “la bellezza è una promessa di felicità (…) tutti possiamo essere portatori di felicità”.
La bellezza è data dall’armonia, dall’equilibrio. L’arte è vita, dà un’anima agli oggetti, alle cose. Le sue automobili sono “le sue sculture mobili”.
A chi gli ha chiesto se valga la pena inseguire i sogni ha risposto che “il vero percorso da compiere è quello che ci fa realizzare pienamente (…) Non si deve perder tempo cercando le cose sbagliate”.
Donato Coco, un’eccellenza italiana nel mondo, ama l’Italia che è stata culla di civiltà. E per lui civiltà è eleganza, creatività, estro, originalità.
Dopo intensi anni di lavoro e di successo professionale all’Estero, è tornato in Italia. Vive nella terra che lo vide partire bambino. Vi è tornato perché “è importante ricordare da dove veniamo, sono un uomo del Gargano”, e agli studenti ha raccomandato di non staccarsi dalle proprie radici, perché “un Paese non deve perdere traccia della sua storia”.