LibriAmo a cura di Renata Grifa
Il femminismo in genere spaventa perché sembra estremistico o lo si interpreta come odio nei confronti degli uomini.
[…] E a cosa fa riferimento il mio femminismo? Non certo a ciò che abbiamo in mezzo alle gambe, bensì tra le orecchie.
Il patriarcato è di pietra. Il femminismo è fluido, potente, profondo come un oceano e racchiude l’infinita complessità della vita, si muove a onde, correnti, maree e talvolta tempeste furiose. Come l’oceano.
Isabel Allende
Con questo libro Donne dell’anima mia (titolo evocativo di un altro suo intenso romanzo, Inés dell’anima mia) è come se Isabel Angélica Allende avesse fatto una lunga intervista a se stessa mettendosi a nudo, confessando tutto quello che le passasse per la mente, portando tra le pagine il suo immenso essere una donna a sostegno delle donne.
Ma non ho perso la speranza di farcela, come pure le mie colleghe di allora, oggi vecchie quanto me. Scusate se uso l’aggettivo “vecchia”, che in questi ultimi anni sembra aver assunto una sfumatura dispregiativa. Lo uso di proposito perché sono orgogliosa di esserlo.
Ogni anni vissuto e ogni nuova ruga raccontano la mia storia.
Attenzione perché in questo libro non c’è spazio per quel politically correct così in voga di questi tempi, niente asterischi alla fine di una parola (tu car* lettor* per intenderci), niente censure, niente seni al vento come unico modo per dimostrare la difesa di una categoria, niente di tutto ciò. Donne dell’anima mia è una lunga e piacevole riflessione di una scrittrice di fama internazionale, che potrebbe rintanarsi nella sua fama e celebrità e invece affronta in fin dei conti se stessa, la sua vita, il suo modo di essere donna e di esserlo stata in una società, quella cilena degli anni Quaranta, in cui nascere femmina era davvero qualcosa con cui dover fare i conti.
Pagine che vanno dalla difficile infanzia in Cile, alla perdita di Paula, ai tre mariti (e due divorzi) fino al raggiungimento di una consapevolezza che rendono l’Allende una delle poche donne autorizzata a parlar di donne.
Da sempre impegnata con la sua fondazione a tutela di donne e bambini, in queste pagine scopriamo i motivi che in un certo senso l’hanno portata ad abbracciare questa causa.
Analizzando diverse figure incontrate dal vivo o evocate nei suoi romanzi Isabel Allende ci mette a conoscenza della sua intimità, della sua storia personale, di come lei, cresciuta con un nonno buono ma autoritario, si sia alla fine salvata attraverso la vocazione per la scrittura, resistendo a chi l’avrebbe voluta sopraffatta dal vero patriarcato che a ben dire le neo femministe dei nostri giorni non sanno nemmeno dove si trovi
È la voce di una donna matura quella che racconta una vita non facile ma consapevole che dolore e fortuna hanno camminato di pari passo.
Con un tono a volte ironico e civettuolo, serio ma mai banale che si alterna tra femminismo e femminilità, questo libro ci mette di fronte ad una delle autrici più amate del panorama letterario, e lo fa senza filtri perché tutto ciò che viene raccontato scaturisce dalla penna di chi quella vita l’ha vissuta a trecentosessanta gradi.