:: Tralasciando la…"Riconciliazione"
di Gennaro Palladino
“ Io da grande farò l’ingegnere aerospaziale” ; “Io da grande farò l’attrice”
Quante volte abbiamo ascoltato le aspirazioni dei nostri figli e noi ad affannarci a spiegar loro che per raggiungere quegli obbiettivi bisogna prima di tutto studiare e fare tanti sacrifici.
All’ingresso della nostra città c’è la scritta “SAN GIOVANNI ROTONDO-CITTA’ DELL’ACCOGLIENZA ….”tralascio volutamente E DELLA RICONCILIAZIONE ( se ne può discutere…!) Oppure lo slogan “VI ACCOGLIAMO TUTTO L’ANNO”. Anche questa è una nobile aspirazione. Chi potrebbe spiegare che per presentare una città accogliente bisogna prima di tutto esserlo e per esserlo bisogna diventarlo e anche questo non accade dall’oggi al domani. San Giovanni Rotondo per la sua vocazione turistica è obbligata ad essere accogliente e senza troppi annunci. L’analogia con le aspirazioni dei bambini sta proprio nel pensare che basterebbe il pensiero per esserlo. Allora i nostri (non solo gli amministratori pubblici) devono sapere che una città votata al turismo deve essere prima di tutto ordinata e pulita e presentare, possibilmente, strade decenti e verde curato. Se l’accoglienza è servizi, il servizio è umiltà a maggior ragione quando il nostro è un turismo religioso.
Vogliamo parlare dei servizi pubblici che la città mette a disposizione dei pellegrini?
Che ne è stata di quella “ricettività povera” di cui se ne è fatto un gran parlare prima del Giubileo 2000? Alberghi e nient’altro !
Assistiamo lungo le strade statali alla periferia della città, ai bivacchi di tanti pellegrini appoggiati ai guard-rail o seduti su un sasso per consumare un panino o sgranchirsi le gambe. Ci costerebbe tanto approntare delle aree di sosta che accogliessero più degnamente questi pellegrini permettendo loro un ristoro senza ricorrere sempre e solo al ristorante? E che dire se trovassero anche delle fontanelle per potersi rinfrescare e dissetare specialmente durante le calde giornate d’estate? E se poi ci attrezzassimo di bagni pubblici anche per una questione di igiene pubblica?
Qualche sportello informativo agli imbocchi della città che distribuisca opuscoli, depliant e quant’altro, poi, non sarebbe uno spreco! E che dire se, imitando tante altre città turistiche, dislocassimo in numerosi punti della città a distanza ravvicinata cartelli indicativi ed edicole che indirizzassero i turisti con mappe (tipo Voi siete qui)? E se si impedisse l’accattonaggio continuo non solo sulle strade adiacenti il convento? Il volantinaggio selvaggio? La speculazione su una bottiglia d’acqua o sui parcheggi liberi? Non sarebbe male se educassimo i parcheggiatori a non “costringere” gli automobilisti a lasciare la proprio auto a distanza considerevole almeno quando sono disponibili posti nelle vicinanze del santuario! E saremmo più accoglienti se nei periodi estivi a maggior affluenza turistica evitassimo lavori in corso in pieno centro! Sarebbe una concorrenza al Trenino di Padre Pio se mettessimo delle guide turistiche che portassero a spasso i turisti nei suggestivi vicoli del centro storico? E che dire degli eventi, delle iniziative culturali e sportive (mostre, spettacoli…) e delle varie manifestazioni anche religiose che non vengono messe a conoscenza degli ospiti? E se si cominciasse a pubblicizzare adeguatamente l’artigianato, i prodotti enogastronomici locali, e la nostra cucina? Se approntassimo stagione per stagione un calendario di manifestazioni culturali con le nostre tradizioni popolari, le nostre sagre e feste paesane?
Altro che statue!
Non ho accennato minimamente alla carenza di infrastrutture viarie del nostro territorio che di fatto condiziona un reale sviluppo economico e turistico e non perché le ritengo meno importante ai fini dell’accoglienza ma poichè sarebbe da fare un discorso a parte. Ma chi paga?
Certamente quanto suggerito comporterebbe una spesa ma non di quelle faraoniche; e comunque spesa che graverebbe sul bilancio comunale.
Sappiamo tutti che se tanti servizi sono gratuiti, direttamente nelle casse comunali non portano alcunché ma indirettamente ne porta certamente .Vuoi per una questione di immagine, vuoi perché il turista che sta bene spende più volentieri e l’economia della città ne risente i benefici. Il problema, poi, si sposta sulla ridistribuzione di questi benefici e anche questo diventa un discorso a parte, senza però tralasciare il fatto che gli operatori turistici, i maggiori beneficiari, devono essere in prima fila per una maggiore qualità dei servizi ed attività promozionali anche del territorio e non solamente della propria struttura .E contribuire economicamente non sarebbe male!
Gennaro Palladino