Nel 1962 il futuro Giovanni Paolo II scrisse a Padre Pio di intercedere per la sua guarigione
È venuta a mancare il 23 ottobre a Cracovia, all’età di 102 anni (li avrebbe compiuti il prossimo 2 novembre), Wanda Wiktoria Wojtasik, meglio conosciuta come Wanda Poltawska (dal cognome del marito).
Psichiatra e attivista per la vita, fu docente presso la Pontificia Università Giovanni Paolo II di Lublino. Era una cara amica di Giovanni Paolo II e fu al suo capezzale alla sua morte nel 2005.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, con un gruppo di scout aderì al servizio ausiliario e si unì alla resistenza antinazista. Arrestata dalla Gestapo, fu imprigionata e torturata. Deportata nel campo di concentramento di Ravensbrück, fu condannata a morte in contumacia. Nel campo fu vittima di crudeli esperimenti medici. Poco prima della fine della guerra venne trasferita nel campo di concentramento di Neustadt-Glewe, dove rimase fino alla liberazione, nel maggio 1945.
Laureata in medicina con dottorato in psichiatria, lavorò al Dipartimento di psichiatria dell’Accademia medica di Cracovia, fu docente di pastorale sanitaria alla Pontificia facoltà teologica della stessa città e terapeuta presso il Dipartimento di psicologia.
Artefice dell’Istituto di teologia familiare presso la Pontificia facoltà teologica di Cracovia, lo gestì per più di trent’anni. Negli anni Ottanta insegnò al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia della Pontificia Università Lateranense di Roma.
Grande amica di Karol Wojtyła, futuro Papa Giovanni Paolo II, ebbe con lui una fitta corrispondenza. Nel 1962 l’allora Vescovo di Cracovia scrisse a Padre Pio da Pietrelcina chiedendogli di intercedere a favore di Wanda, che era malata di cancro e in seguito guarì miracolosamente.
Karol Wojtyla, la sera del 16 ottobre 1978, divenne Papa Giovanni Paolo II. Nel centenario della nascita di Padre Pio nel 1987 venne a San Giovanni Rotondo e andò a inginocchiarsi sulla sua tomba e disse ai frati cappuccini: “Fatelo camminare, questo vostro confratello. Sbrigatevi. Questo è un Santo che vorrei fare io“. E così fu nel giugno del 2002, appena tre anni dopo la sua beatificazione.
Anche i Frati Minori Cappuccini di San Giovanni Rotondon hanno ricordato con profonda commozione la figura di Walda Poltawska: “Donna che ha vissuto la tragica esperienza del campo di concentramento a Ravensbrück (dove fu costretta a divenire cavia umana di crudeli esperimenti), miracolata per intercessione di Padre Pio su richiesta del vescovo capitolare di Cracovia Karol Wojtyla, stretta collaboratrice di san Giovanni Paolo II, frequente pellegrina a San Giovanni Rotondo e amica di molti frati, resterà sempre nel cuore e nella memoria di quanti l’hanno conosciuta come esempio di coerente ed eroica vita cristiana”.