Il suo nome resterà alla storia per essere stato il delegato e procuratore speciale per la costruzione della nuova chiesa di San Pio da Pietrelcina
Dopo un lungo periodo di sofferenza, acutizzatasi da qualche mese e aggravatasi negli ultimi giorni, ha terminato il suo cammino terreno fr. Gerardo Saldutto, il cui nome resterà alla storia per essere stato il delegato e procuratore speciale per la costruzione della nuova chiesa di San Pio da Pietrelcina e delle opere annesse, realizzate a San Giovanni Rotondo su progetto di Renzo Piano e con la consulenza liturgica di mons. Crispino Valenziano.
Nato il 22 febbraio 1943 da Mattia e Imperatrice Conte a Deliceto, un piccolo comune del Subappennino Dauno meridionale da cui sono scaturite diverse vocazioni cappuccine, sentì fin da ragazzo la chiamata alla vita religiosa. Vestì l’abito di san Francesco il 30 agosto 1959, assumendo il nuovo nome di Onofrio (per poi riprendere quello di Battesimo il 27 gennaio 1971). Si legò temporaneamente con i voti all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini il 4 settembre 1960 e in perpetuo il 6 dicembre 1964. Dopo l’ordinazione sacerdotale, ricevuta a Campobasso il 28 gennaio 1968 da mons. Pietro Santoro, vescovo ausiliare di Trivento, continuò gli studi frequentando un corso di Pastorale a Firenze e poi conseguendo prima la licenza (1972) e poi il dottorato (1974) in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, quindi la laurea in Lingue straniere all’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”.
Tra i numerosi incarichi svolti, oltre a quello di responsabile per la costruzione della nuova chiesa, ci sono stati quelli di: presidente della Commissione per l’VIII centenario della nascita di san Francesco, economo provinciale, rappresentante legale della Provincia religiosa, presidente della Commissione interna dei frati per la beatificazione di Padre Pio, vice presidente della Commissione interna dei frati per la canonizzazione di Padre Pio e direttore della rivista Pietrelcina. La terra di Padre Pio.
Il peggioramento delle sue condizioni di salute hanno indotto i suoi superiori a ricoverarlo, a partire dal 30 novembre 2019, presso l’infermeria provinciale a San Giovanni Rotondo. Un ulteriore aggravamento ha reso necessario il suo trasferimento all’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, dove è morto questa mattina.
Oltre alla grande chiesa intitolata al Santo, fr. Gerardo lascia ai devoti di Padre Pio tre libri: Un tormentato settennio (1918-1925) nella vita di Padre Pio da Pietrelcina (1974, sintesi della sua tesi di dottorato conseguito presso la facoltà di Storia della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana); Il cammino di Padre Pio. La ricchezza spirituale del frate di Pietrelcina raccontata dai suoi confratelli (2000, Piemme) e Bella come il paradiso grande dome il mare. Il meraviglioso diario della chiesa di San Pio (2011, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina).
In quest’ultimo libro aveva raccontato come riuscì a vincere le resistenze di Renzo Piano che, dopo aver dato un’iniziale disponibilità, non volle più accettare l’incarico di realizzare il progetto:
«L’ing. F. Marano mi comunica: – La decisione è presa irrevocabilmente – .
[…] Non desisto però, rimbocco le maniche, prego Padre Pio e scrivo subito due lettere-fax all’architetto: – … ho appena finito di parlare con l’ing. F. Marano il quale mi ha comunicato l’inaspettata e triste notizia. Io non riesco a crederci. Non è possibile! La notizia della sua accettazione dell’incarico di progettare il vero monumento allo stigmatizzato Padre Pio da Pietrelcina è stata ovunque accolta con orgoglioso entusiasmo […]. Le chiedo di darci una sua parola definitiva dopo che lei e sua moglie si saranno consultati con nostro Signore Gesù Cristo, magari pregando con “quella” corona (gliel’avevo regalata in occasione dell’incontro a Genova).
In giornata gli ho inviato un altro fax – accorato e fiducioso – . Gli ho parlato col cuore: – Caro fratello Renzo, Gesù Cristo per la prima volta bussa alla tua porta per chiederti un tetto decente. Milioni di persone, in Suo nome, ti diranno “grazie” per secoli. Abbi fiducia! Il tempo si trova… e passa; il sacro dura in eterno!
Caro fratello, non rifiutare questa “grazia” che Dio ti offre – .
[…] Continuo a scrivere all’arch. Renzo Piano, non gli do tregua, sento che è mio dovere insistere e lo faccio a nome dei Confratelli di Padre Pio da Pietrelcina, gli chiedo la carità di darci la possibilità di riunirci in una degna e decorosa “Casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente”, dove “Cristo è il capo del Corpo Mistico, cioè della Chiesa […].
E su questo tono ogni giorno gli invio un fax.
[…] Purtroppo tutte queste lettere si perdono nel silenzio. Ne parlo allora con i miei Superiori e, con tanta delusione, si decide di invitare un altro architetto, quello di Firenze, già noto a Foggia per aver progettato il grande Palazzo di Giustizia. Gli telefono per chiedergli un appuntamento per invitarlo a progettare una chiesa a S. Giovanni Rotondo in onore di Padre Pio.
Si dimostra alquanto desideroso di accettare l’incarico, ma io non organizzo subito il viaggio per dove l’architetto risiede, lascio passare dei giorni, con l’intima speranza che da Genova giunga un segno di vita.
Ma non si può perdere tanto tempo. Padre Fulgenzio Izzo, padre Riccardo Fabiano, l’ing. G. Muciaccia e io, ci mettiamo in macchina, destinazione: Firenze; ma si deve far sosta a Roma per prelevare l’ing. R. Calzona, intimo amico dell’architetto che andiamo ad incontrare.
Prima di salire in macchina io dico ai miei compagni di viaggio: – Badate che ho il telefonino con me, se ricevo una telefonata da Genova, io non esito a tornare indietro – .
E tutti a dire che ormai la decisione è presa e che non si può essere scortesi con l’architetto che ci aspetta.
Io però nutrivo un’intima speranza che a Genova qualcosa cambiasse.
Ieri, nell’ennesima telefonata all’ing. F. Marano, mi ha detto: – Caro padre Gerardo, domani accompagno Renzo all’aeroporto perché parte per il Giappone, io ci provo per l’ultima volta. È difficile però che lui torni sulle sue decisioni. Comunque ci provo – .
Il nostro viaggio verso Roma-Firenze procede con molta tranquillità.
Verso le ore 11.00, all’altezza di Fiuggi-Anagni, squilla il mio telefonino: – Sono Flavio Marano, con gioia ti comunico che Renzo ha accettato di incontrarsi con voi per programmare la progettazione della nuova chiesa in onore di Padre Pio – . Un’esplosione di gioia accompagna il mio: – Infinite grazie, ci incontreremo quanto prima! – .
Deo Gratias!, l’arch. Renzo Piano accetta!».
E, nello stesso testo, aveva confidato ai lettori:
«Le difficoltà si sono succedute in un crescendo continuo, tanto che alla fine non ci siamo più meravigliati dell’insorgere di grossi problemi. Quel che rimane sconcertante è che molto spesso i colpi sono stati causati da persone che, umanamente parlando, mai ci si poteva aspettare, fino a quando ho messo la parola “fine” a questo diario. Allora è proprio vero che se uno vuole lavorare con Padre Pio deve convincersi che senza un po’ di calvario è difficile ottenere apprezzabili risultati».
I funerali si svolgeranno domani, 29 ottobre, alle ore 11,30, proprio nella chiesa di San Pio da Pietrelcina, fortemente voluta da fr. Gerardo, e saranno trasmessi in diretta da Padre Pio Tv.