Primi segnali di inversione di tendenza nella lotta all’ecomafia e agli ecoreati
Il “Rapporto ecomafie 2016”, il primo ad un anno dall’applicazione della legge sugli ecoreati, segna una leggera inversione di tendenza a tutela del nostro territorio e della legalità.
Nel ciclo illegale dei rifiuti, la Puglia scende al quinto posto, con 457 infrazioni accertate, con 430 persone denunciate e 196 sequestri effettuati. La nota triste è che la maggior parte delle infrazioni accertate si concentrano nelle province di Foggia, 122, e Bari, 112.
In Puglia, dal 2002 ad oggi, ci sono state ben 58 inchieste contro attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, cioè il 18,5% circa delle inchieste su tutto il territorio nazionale.
La Puglia con 2.437 infrazioni accertate scende dal primo al quarto posto nella classifica generale dell’illegalità ambientale. È quanto emerge dal rapporto Ecomafia 2016 di Legambiente.
Nel 2015 accertati 27.745 reati ambientali e 188 arresti.
24.623 le persone denunciate e 7.055 i sequestri.
Nella classifica provinciale dell’illegalità ambientale Foggia si piazza al settimo posto con 773 infrazioni accertate. Nella classifica provinciale dell’illegalità nel ciclo del cemento nel 2015 al sesto posto troviamo ancora la città di Foggia con 166 infrazioni accertate.
Facendo un bilancio in Puglia dei primi otto mesi di applicazione della nuova legge 68 del 2015 sugli ecoreati, le forze dell’ordine hanno accertato 62 infrazioni, denunciato 79 persone ed effettuato 28 sequestri.
La corruzione è sicuramente il peggior nemico dell’ambiente. Gli appalti pubblici nel settore dell’ambiente sono tra quelli più esposti alla corruzione e alla criminalità organizzata.
Dal 1 gennaio 2010 al 31 maggio 2016, in Puglia ci sono state 16 inchieste sulla corruzione in materia ambientale, con 98 persone arrestate, 188 denunciate e 33 sequestri effettuati.
Sul fronte dell’archeomafia, l’aggressione criminale al patrimonio artistico e archeologico, la Puglia, una delle regioni più ricche di reperti archeologici ma anche di tombaroli attivi, sale al 7° posto con 31 furti di opere d’arte.
Nel territorio pugliese continua lo scavo clandestino ad opera dei tombaroli, un’attività illecita intorno alla quale ruotano enormi interessi economici e commerciali e sulla quale sta efficacemente intervenendo il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bari, che in molti casi ha recuperato numerosi reperti archeologici.
Il rapporto Ecomafia è stato realizzato, come ogni anno, grazie alla collaborazione delle forze dell’ordine e gli altri organi di polizia giudiziaria e ci racconta che un primo passo importante è stato fatto con l’applicazione della legge sugli ecoreati ma la strada è ancora lunga.
Berto Dragano