Il perché della candidatura
Inaspettata quasi, nei numeri, la partecipazione dei cittadini alla prima uscita ufficiale del segretario cittadino del PD, Matteo Masciale, in qualità di candidato alla carica di consigliere regionale. Numeri, si diceva, di partecipanti che probabilmente non ci si attendeva. Tanti giovani, imprenditori ed esponenti politici del territorio che in maniera netta hanno garantito pieno sostegno al segretario locale del PD.
Il primo intervento di sostegno è arrivato dal candidato consigliere alle comunali di Manfredonia, Mario Totaro, espressione di una “civica” di peso.
A seguire ha preso la parola Paolo Soccio segretario PD a San Marco in Lamis per diversi anni. Intenso e deciso il suo intervento, oltre che di sostegno, di critica all’amministrazione Pompilio e alle “stampelle” che lo sostengono.
Infine, anche il candidato sindaco di Cagnano Varano e locale segretario PD, Claudio Costanzucci, ha garantito la piena disponibilità affinchè la candidatura di Matteo Masciale possa raggiungere l’obiettivo della elezione.
“Se candidato unico deve esserci – ha espresso ciascuno degli esponenti politici intervenuti – non può essere che Matteo Masciale”.
Concetto “apripista” questo all’intervento dello stesso Matteo Masciale, presentatosi alla vasta platea carico di entusiasmo e decisione.
“Tante e diverse – ha esordito il segretario PD – potrebbero essere le motivazioni che spingono una persona a candidarsi: ambizione, servizio, spirito di appartenenza, disciplina di partito. Ma soltanto una delle motivazioni è quella che fa scattare la molla decisiva. Solo una motivazione riesce a farti superare mille dubbi e mille preoccupazioni. La mia molla è stata semplicemente questa: far entrare questo territorio nello scacchiere regionale.
Oggi i cittadini pensano che le persone che fanno politica siano tutte uguali. Vedete, questa idea che sono tutti uguali è un modo per umiliare chi prova a faticare per dare un senso di cambiamento reale al proprio territorio.
Noi tutti qui, non siamo uguali a quelli che strumentalizzano di andare o restare in maggioranza per senso di responsabilità.
Noi non siamo uguali a quelli che vogliono gestire il potere per scopi e fini personali.
Noi qui abbiamo fatto una battaglia perchè la politica guadagnasse la giusta dignità.
Vi invito ad immaginare che cosa possa emergere dal parlare con gli operatori ecologici che sono impiegati in questo periodo breve di lavoro con contratti fatti in ritardo e pagati in ritardo e dopo due mesi vanno a casa e ne assumono altri, facendo credere ad ognuno di loro che sarà il prossimo ad essere assunto con un contratto a tempo indeterminato. Perchè alcuni signori vogliono tenerli come clienti per i prossimi appuntamenti elettorali. La gente viene tenuta sotto ricatto, sempre precaria e sempre utile per poter essere il bacino di consensi di farabutti e mascalzoni che speculano sulla vita della povera gente. Perchè la politica dei farabutti ha costruito l’illusione, ha costruito la precarietà, ha costruito la società della precarietà, della paura, della ricattabilità.
E per tutto questo abbiamo un compito: cambiare ed avanzare ponendo un’attenzione speciale verso alcune tematiche prioritarie.
Occorre valorizzare il patrimonio agricolo con prodotti di eccellenza e filiere corte, per dare ai giovani un’opportunità importante, perchè i giovani possono portare l’entusiasmo, l’innovazione nell’agricoltura e la valorizzazione commerciale nella vendita dei prodotti.
Necessita valorizzare l’artigianato, perché siamo in un territorio dove gli artigiani si sono distinti e, nel tempo, estinti. Ecco perchè oggi può essere una grande opportunità per i giovani fare scuola di artigianato nei settori più diversi.
Abbiamo, ancora, la necessità di pensare al turismo in modo diverso; bisogna creare delle sinergie forti con tutti i territori della provincia di Foggia e valorizzarli con le proprie peculiarità: dal turismo religioso a quello balneare, dal turismo delle bellezze naturali all’enogastronomia.
Occorre fare attenzione all’ecosostenibilità; ecosostenibilità significa tutelare i territori e risparmiare risorse per poterle usare in altri ambiti.
Infine, è indispensabile essere il vettore giusto tra territori e regione per poter risolvere definitivamente il problema del PAI, il piano di assetto idrogeologico.
Dobbiamo vincere per cambiare la cultura in questo paese, perché con la cultura si mangia. I cittadini di questo territorio hanno bisogno di diritti, hanno bisogno di libertà, e la libertà si acquisisce avendo una stabilità economica e sociale.
Ora tocca a noi costruire una comunità. Ed io voglio esser parte attiva con la mia candidatura alle prossime elezioni regionali”.