di Gianfranco Pazienza
EMERGENZA IDRICA E DEPURATORI: USO SOSTENIBILE DELLA RISORSA IDRICA – UN’OCCASIONE DA NON PERDERE
Dopo l’ennesima fotografia estiva con persone di ogni età in fila per il rifornimento di acqua ai carri botte, questa volta a Taranto, comunque sempre più spesso nella Puglia assetta, ci si ricorda del problema e della crisi idrica. Una riunione straordinaria del Comitato istituzionale e della Protezione Civile presso la Prefettura di Bari, per fronteggiare l’emergenza. Una riunione che si è conclusa con una importante dichiarazione del Presidente Vendola. Di fronte alla cronica carenza idrica (mancano
Il continuo attingimento di acqua dai pozzi, ha provocato enormi difficoltà ecologiche alla falda sotterranea e ad altri sistemi e habitat che hanno la vitale necessità di vedersi restituire questa parte importane di acqua dolce, continuamente prelevata per usi irrigui, o inquinata dalla progressiva salinizzazione delle acque costiere, sia di falda, sia superficiali. Questi sono i sistemi costieri lagunari, lì dove essa rischia di scomparire e comunque di perdere di qualità. Sistemi ecologici importanti per l’uomo, la vita animale e vegetale, ambienti dove è indispensabile e utile tesaurizzare l’acqua dolce.
Quindi, l’appello del Presidente Vendola non resti inascoltato. Il nuovo depuratore di San Giovani Rotondo che verrà messo in cantiere e appaltato nelle prossime settimane, potrebbe essere realizzato sulla base di questi principi progettuali. Immaginate, oltre quattro mila metri cubi al giorno, milioni, quattro milioni in 24 ore, tanti sono i litri che usciranno dall’impianto di depurazione, possono servire alle attività agricole pedemontane, mentre una parte di essi potrebbero ritornare alle falde profonde li dove l’acqua viene emunta. E durante il suo cammino verso la pianura, l’acqua potrebbe ancora svolgere un utile lavoro producendo energia idroelettrica. Un impianto come quello per 45 mila utenze equivalenti, ha necessità energetiche di circa 500 kilovatt giornalieri.
Mi auguro che la pubblica amministrazione e le imprese che concorrono per aggiudicarsi l’appalto, sappiano cogliere il senso logico del buon uso dell’acqua, del dover recuperare l’acqua che viene depurata, e che assume sempre più un significato di bene comune, che paghiamo due volte, per i consumi e per depurarla, appunto. Non possiamo, quindi, solo lamentarci della cronica carenza, continuando a buttare via le acque depurate o ad usare l’acqua potabile di buona qualità per irrigare, lavare le auto, sprecandola in ogni modo per usi sanitari domestici o industriali. Non possiamo, da assetati, chiedere solidarietà alle regioni vicine per avere un nostro diritto, mentre sciupiamo l’acqua buttandola via dai rubinetti.
Gianfranco Pazienza
Tecnologo – ISMAR-CNR Sezione di Lesina