24 giugno 2008, ore 21,30 – Piazza Europa
a cura della Pro Loco di San Giovanni Rotondo
La Pro Loco di San Giovanni Rotondo presenta gli artisti che movimenteranno la serata principale della Festa patronale di San Giovanni Battista.
Il Conservatorio. Il pop. Il ritmo afro-americano. La musica antica della pastellessa e della zeza. E il canto sacro.
Cinquantadue sono gli anni vissuti da Enzo Avitabile nella ricerca di un suono inedito, non solamente originale ma vitale, ed essenziale. Demolendo ogni sovrastruttura mercantile, ogni moda. Componendo senza autocensura.
Queste le vere note biografiche del cantante, compositore e polistrumentista nato a Marianella. Da bambino, Avitabile ha studiato il sassofono; da adolescente, si esibito nei club napoletani affollati dai clienti americani. Quindi si è diplomato nella disciplina del flauto a S. Pietro a Majella e ha iniziato a collaborare con artisti pop e rock di tutto il mondo. Da James Brown a Tina Turner.
Nel 1982 debutta con il suo primo album, l’omonimo “Avitabile”. Un anno più tardi pubblica “Meglio soul” (qui va ricordata la presenza di Richie Havens) e nel 1984 è tempo di “Correte in fretta”. 1986 significa “S.O.S. Brothers”, ma anche il primo progetto sociale, “Treno della pace”.
Ancora due anni e nei negozi arrivano due dischi: il primo è “Alta tensione” (con una provocante copertina che raffigura una sedia elettrica); questa produzione seduce persino Afrika Bambaataa, che dodici mesi dopo è felicissimo di partecipare alle incisioni di “Street Happiness”. Sono evidenti, allora, l’agio e la passione con le quali Avitabile si muove sotto un cielo assolutamente personale, mai comune. Cosicché non potrebbe intitolare altrimenti la produzione del 1990: “Stella dissidente”.
“Enzo Avitabile”, nel ’91, prodotto da Corrado Rustici, anticipa in qualche modo quella sperimentazione melodica che è alla base di “Easy” (1994), disco che brilla anche per un duetto con Randy Crawford nel brano “Leave Me or Love Me”. Nel 1996 un momento decisivo per l’artista napoletano. La ritrovata fiducia nella sua lingua madre, nella sua prosodia dilatata grazie a suggestivi arrangiamenti – anche digitali – rappresenta la precisa immagine di “Addò” e del successivo “Aizetè”. La title-track di “Aizetè”, tre anni fa è anche diventata colonna sonora del divertente lungometraggio “Incantesimo napoletano”.
All’improvviso ecco la convocazione dell’Unicef. Siamo nel 1999, ed Enzo Avitabile scrive “Mane e mane”, affinché i proventi della canzone possano sostenere la scolarizzazione delle bambine del Benin. Per meglio svolgere il suo compito, il cantante chiama al suo fianco Mory Kante, tra le più commoventi voci del continente africano. E il brano a due voci è a tutt’oggi una delle tracce che incarnano alla perfezione il dialogo spirituale, sociale e politico fra le culture del Mediterraneo. “Mane e mane”, inoltre, dà il via alla realizzazione dell’album “O-issa”. Ma il 1999 è anche l’anno in cui Enzo Avitabile viene chiamato a scrivere le musiche per due spettacoli teatrali: il “Decamerone” e “Beffa della vita e della morte”.
Subito dopo ricopre il ruolo di autore per importanti donne della canzone internazionale: da un lato, Giorgia; dall’altro, la palestinese Amal Murkus. La creatività di Enzo Avitabile, però, si trova a un delicato bivio. Restare consapevole della propria tradizione popolare o ignorarla e adeguarsi alle hit parade del secondo millennio?
Con coscienza, il musicista non rinuncia al patrimonio della sua terra ed è in questo periodo che nasce la voglia di re-incontrare i Bottari di Portico, ensemble che fa del ritmo ancestrale la sua unica fede. Sul palco, botti, tini, falci, capopattuglia e un’andatura che è sana trance: non techno, ma “folk”. Il tutto con una progressione di percussioni che riporta agli antichi ritmi processionali risalenti al XIII secolo e che si scinde nei modelli della pastellessa – più violento, per non dire ossessivo – e in quello della zeza – lento e cadenzato. «Ormai era diventato indispensabile disamericanizzare il mio linguaggio musicale», diceva Avitabile. E c’è senz’altro riuscito. Da questa esperienza con i Bottari, è nato “Salvamm’ ‘o munno”, album specialissimo che ha ottenuto ben quattro nomination ai BBC World Music Award – due nel 2004 e altri due nel 2005, nelle categorie “Miglior audience radiofonica” e “Miglior gruppo world europeo” – perché spazia dal canto liturgico ai tradizionali a fronna, e include – tra le altre – le prestazioni di Khaled, Manu Dibango, Zì Giannino del Sorbo, il Miserere di Sessa Aurunca, Luigi Lai, la Polifonica Alphonsiana e Baba Sissoko.
Oggi Enzo Avitabile è un giramondo – è stato l’unico artista italiano a ricevere due inviti consecutivi dal “Sziget Festival” di Budapest, nel 2005 e 2006 – portando ovunque il suono della sua storia, di quel Sud che vuole restare ancora puro. E che è sensibile ai fenomeni universali, troppo spesso anche drammatici. Al settembre scorso risale la produzione dell’opera “Sacro Sud” (Ethnosuoni / Musiche Migranti) mentre nell’ultimo anno ancora live, live, live. Soltanto negli ultimi quattro mesi Avitabile e i Bottari di Portico sono stati protagonisti di concerti in Belgio, Spagna (Siviglia), Francia (Cannes), Svizzera, Usa (Chicago, New York al Central Park, Los Angeles), Canada (Montreal), Germania (Karlshrue) e Austria (Vienna).
Dall’anno accademico 2006/2007 presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa cura il laboratorio di etnomusicologia "tradizione e cemento", del corso di laurea specialistica di Scienze della Formazione, che ha come focus il recupero della tradizione nella civiltà urbana.
Nel 2007 è stato presentato l’ ultimo lavoro discografico di Enzo Avitabile, sempre con la partecipazione dei Bottari di Portico, un Album doppio il cui titolo è "Festa, Farina e Forca", di rivoluzionaria memoria. È la storia di un uomo che scrive, suona e declama sillabe sacre, laiche, contemporanee. Attento ai popoli che abitano il mondo, ai poteri che li schiavizzano, alle icone che sopravvivono. Al lavoro partecipano Matthew Herbert, Bill Laswell, Banco De Gaia, Manu Dibango, Djivan Gasparian e Luigi Lai.
FORMAZIONE:
ENZO AVITABILE – VOX E SAX TENORE
MARIO RAPA – TAMBURI
GIANLUIGI DI FENZA– CHITARRA NAPOLETANA
MARIO DE ROSA – MANDOLONCELLO
ALFONSO ADINOLFI – BASSO
CARMINE PASCARELLA – TROMBA
ANTONIO BOCCHINO – SAX BARITONO
DIEGO CARBONI- TASTIERE
CAPOPATTUGLIA : Carmine Romano
BOTTI : Gianbattista Vendemia, Pasquale Piccirillo
TINI : Salvatore Guida, Giuseppe Trotta, Nicola Gravina
FALCI: Antonio Nacca