di Marianna Alicino
Donna in carriera,
donna oggetto
o da calendario,
donna-mamma-moglie,
donna in politica,
donna esibizionista
davanti alle telecamere,
donna che ispira violenza:
qual è il confine tra stereotipo e realtà?
Lo spunto viene da un servizio pubblicato sul quotidiano nazionale “Spot&Web” in occasione dell’edizione “8 marzo” di quest’anno. Un anniversario che nasce, come si ricorderà, nel lontano 1908, quando a New York, tutte le operaie di un’industria tessile scioperarono contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. L’8 marzo di quell’anno il proprietario decise di bloccare tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all’interno morirono arse dalle fiamme.
Oggi la festa della donna è sinonimo di convivialità, un pretesto per “uscire la sera”, un momento per sfogarsi con le amiche e sentirsi “libere”. Ritengo che non ci sia proprio nulla da festeggiare se poi le donne vengono quotidianamente ritenute incapaci di gestire alcuni ruoli nella società e spesso allontanate da contesti lavorativi e non.
Le lotte dello scorso secolo sono state tante; oggi si lotta meno e spesso male. Non ci si dovrebbe porre il “problema” se si è uomini o donne. Si è essere umani e si è diversi. Ma accettare la diversità non è cosa facile. Così nascono incomprensioni, silenzi, maltrattamenti. La stragrande maggioranza delle violenze (per trattare di un tema attualissimo quale quello degli stupri) avviene in famiglia e da parte di italiani (le violenze da parte di immigrati fanno però più clamore e i media ci sguazzano generando peraltro nuovi sentimenti di razzismo).
Oggi le esigenze da parte di alcuni uomini, in crisi di identità, sono inutili e smisurate mentre le donne, sbagliando, mettono in discussione femminilità e sensibilità per non sentirsi inadeguate. Si dimentica che prima di tacchi a spillo, calze autoreggenti, trucco scintillante e seno rifatto, vengono la dolcezza, l’intelligenza e la cura, caratteristiche lodevolmente tipiche del genere femminile. “Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, ma dietro a una grande donna non c’è nessuno”, ribadisce la comica Geppi Cucciari. Chissà se in questo un po’ di verità c’è.
Marianna Alicino