La città ricorda il sacrificio dei minatori della ‘Montecatini’
Oggi 4 dicembre, si celebra Santa Barbara, protettrice dei minatori, dei Vigili del Fuoco e di tutte le categorie che operano a contatto con il fuoco e gli esplosivi.
Una festa molto sentita nella nostra città per via della presenza della miniera di bauxite sita in località “Quadrone”, nel territorio delle ‘Matine’
Aperta nel 1936, fu scoperta da un certo Giovanni Pompilio, sangiovannese emigrato in America che scoprì il giacimento minerario per puro caso durante una delle sue solite passeggiate estive in campagna. La miniera, aperta poi dalla società milanese Montecatini SpA (da qui il nome comune “miniera di Montecatini”), portò ricchezza e benessere alla comunità di San Giovanni Rotondo, prima dell’apertura della Casa Sollievo della Sofferenza.
Il minerale che veniva estratto nelle gallerie per mezzo di carrelli, veniva portato in superficie dove poi veniva caricato a bordo dei camion che lo trasportavano fino al porto di Manfredonia e per via mare arrivava negli stabilimenti di Porto Marghera per essere poi raffinato. Nel periodo di massima fioritura, quando in miniera lavoravano oltre 700 operai, ogni anno si producevano oltre 200.000 tonnellate di bauxite.
Tutti i minatori all’epoca avevano raggiunto la solidità economica, arricchendo i settori dell’edilizia, del commercio e dell’artigianato della nostra città.
La miniera negli anni è stata però anche teatro di eventi tragici: dal 1940 al 1963 sono state 27 le vittime in diversi incidenti sul lavoro.
In particolare si ricorda l’evento del luglio 1951 quando un’alluvione provocò l’allagamento della miniera: protagonista eroico di quei giorni tragici fu il minatore Carmine Antonio Fiore, scomparso pochi anni fa.
Il minatore Fiore, si legge negli scritti e nei documenti dell’epoca “con spregio della propria vita, penetrava nell’interno della miniera dando l’allarme, permettendo così ad oltre cento operai di mettersi in salvo. Fiore poi scese al 15° livello dove trovò altri sette minatori ignari del pericolo. Raggiunto il 10° livello furono travolti dalle acque e spinti verso una parete dove il Fiore poté aggrapparsi. Dopo due ore furono raggiunti dal sorvegliante Console e dal caposquadra Ettore. Console provò a risalire ma fu travolto dalle acque con i minatori Lepore e Ritrovato, mentre Fiore e Silvestri riuscirono a ripararsi in una galleria laterale”.
Dopo la guerra iniziarono vari periodi di crisi del sito minerario, fino alla sua chiusura definitiva nel 1973. La ‘Montecatini’ ha rappresentato un pezzo importante della storia socio-economica della nostra città per questo è fondamentale conservare la memoria storica di quel periodo.
Fu Matteo Russo, ex minatore scomparso nel 2011, a riportare agli inizi degli anni 2000 questa festa all’importanza che merita.
Al sacrificio dei minatori è dedicato un monumento sito nella villetta della parrocchia di S.Onofrio.