La
visita nel suo letto di ospedale di un nostro concittadino
Spesso per
noi sangiovannesi passa inosservato il grande lavoro spirituale, di conforto,
dispensatore di preghiere che in oltre 50 anni di vita religiosa, ha offerto
ininterrottamente Fra Modestino da Pietrelcina. Le 94 primavere raggiunte
dall’umile frate amico e figlio spirituale di Padre Pio, purtroppo fanno
sentire il loro peso: le sue condizioni di salute non sono buone; in questi
giorni è ricoverato presso la Casa Sollievo della Sofferenza. Abbiamo raccolto
le emozioni e le sensazioni di un nostro concittadino, un amministratore
comunale che per discrezione evitiamo di citare, che nei giorni scorsi ha fatto
visita a Fra’ Modestino.
“Ho avuto il piacere di incontrare Fra
Modestino – ha riferito il nostro concittadino – pur avendo già altre volte avuto tale privilegio, ma oggi ho
avvertito un qualcosa di diverso.
Mi è dispiaciuto vederlo in quel letto d’ospedale. Ovviamente le sue condizioni
non sono ottimali; a momenti di piena lucidità ne alterna altri meno nitidi. Mi
son trovato di fronte un vecchietto sofferente, ma abbastanza lucido; ha
salutato gli amici che mi hanno accompagnato e che da tempo hanno con lui un
rapporto confidenziale. Sono stato presentato a Fra’ Modestino, riferendogli
tra l’altro della mia funzione amministrativa, e lui, con quelle poche forze
che aveva, mi ha fatto avvicinare e mi ha confessato che pur stando male, non
vuole andare ancora in Paradiso e che,
quando arriverà il momento, sarebbe suo gradito desiderio essere tumulato in
San Giovanni Rotondo vicino al suo padre spirituale Padre Pio.
Ho appreso con grande stupore questa sua
volontà, e mi sono chiesto perché riferirlo proprio a me, ma poi anche le altre
persone che erano nella stanza mi hanno confermato che effettivamente questo
suo desiderio lo ha esternato più volte anche a loro ed ad altra gente
vicina.
Personalmente sono rimasto basito, ma in quei pochi minuti che sono stato in
quella stanza d’ospedale ho avvertito e sentito delle sensazioni particolari,
ho avvertito che quel piccolo frate in quel letto d’ospedale ha qualcosa che lo
contraddistingue da noi comuni mortali; sono sensazioni difficili da spiegare,
e soprattutto negli altri incontri che ho avuto con lui in precedenza non
avevo, sinceramente, mai sentito nulla di tanto particolare”.
Abbiamo voluto raccontare questa semplice ma intensa esperienza quale segno di
apprezzamento e riconoscenza verso un umile frate che nella discrezione e con
la preghiera ha ascoltato migliaia e migliaia di fedeli dispensando loro
consigli e benedizioni.
Al secolo Damiano Fucci, nasce il 17 Aprile
del 1917 da Domenico e Anna Fucci contadini nella piccola e
modesta Pietrelcina. Illuminato nel cammino spirituale dal suo concittadino Padre
Pio sceglie la vita religiosa vestendo l’abito cappuccino il 14 Marzo
del 1946 nel convento di Morcone (BN) e li, un anno dopo circa, il 18 Marzo del
1947, professa i voti temporanei. Dopo una breve permanenza presso il
convento di Cerignola, ritorna a Pitrelcinanel Luglio del 1947 e, proprio nel
suo paese natale, il 19 Marzo del 1951, emette i voti perpetui coronando
cosi il desideriopiù grande della sua vita: servire umilmente e per sempre Dio.
Nel Settembre del 1951 viene nominato sacrista. Nell’Aprile del 1952 viene
trasferito a S.Elia a Pianisi con il compito di questante di campagna.
Dopo un anno, a Morcone, viene nominato istruttore dei fratelli laici. Dopo
aver operato in altri conventi della provincia religioa (Agnone, Isernia,
ancora Pietrelcina) viene invitato dall’obbedienza, il 17 gennaio del 1969, a San
Giovanni Rotondo dove si stabilisce definitivamente con l’incarico di portinaio.
il 25 Marzo di 3 anni dopo, viene istituito ministro straordinario
dell’Eucaristia. Il 18 Marzo del 1997, elevando giubili di gratitudine al
signore, festeggia il Cinquantesimo anniversario di vita religiosa.
(di Renzo Allegri, Tratto da
tonyassante.com)