“Il pianeta ha sete perché il mondo ha fame”
Si torna a parlare di acqua. A quasi un anno dal referendum in cui gli italiani hanno detto no alla privatizzazione dell’acqua, il tema è di nuovo al centro della discussione.
Oggi, 22 marzo, si festeggia la Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day), istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per invitare i paesi ad organizzare attività di sensibilizzazione e promozione attorno a questa importantissima risorsa naturale. Quest’anno la Giornata è dedicata al legame tra l’acqua e la sicurezza alimentare della popolazione mondiale; lo slogan utilizzato è “Il pianeta ha sete perché il mondo ha fame”.
Secondo le statistiche, infatti, noi consumiamo da 2 a 4 litri di acqua al giorno e la maggior parte dell’acqua che “beviamo” è contenuta negli alimenti che mangiamo: per produrre un chilo di carne si consumano 15.000 litri d’acqua e per produrre un chilo di cereali se ne consumano 1.500. Dall’altro lato ci sono, nel mondo, già oggi un miliardo di persone che soffrono la fame e questa percentuale è destinata a crescere con la crescita demografica.
Dunque per garantire a tutti l’accesso ad un’alimentazione di base è necessario mettere in campo, con urgenza, alcune azioni: iniziare a consumare prodotti meno trattati, che richiedono una quantità minore di acqua; ridurre lo spreco alimentare visto che ancora oggi il 30% dei prodotti alimentari non viene mai consumato e adottare tutti un regime alimentare più sano. Dal produttore al consumatore, tutti gli attori della catena possono fare qualcosa per ridurre il consumo di acqua, a beneficio della sicurezza alimentare mondiale.
Guardando all’Italia, sono tante le iniziative che si organizzano in vista della Giornata Mondiale dell’Acqua.
Federutility, la federazione che riunisce le aziende del gas, dell’energia e la totalità delle aziende dell’acqua in Italia, lancia l’iniziativa degli acquedottisti “rubinetti trasparenti”: da domani la qualità dell’acqua del rubinetto sarà online. Su www.federutility.it ci saranno tutti i parametri qualitativi e le caratteristiche dell’acqua, divisi per Regioni. Una campagna di trasparenza per comunicare agli utenti i risultati della complessa filiera di controlli cui l’acqua potabile è sottoposta per legge. Una Carta d’identità dell’acqua che ci arriva in casa, consultabile per la prima volta in un’unica lista.
“La situazione dell’acqua in Italia è un paradosso continuo – afferma Mauro D’Ascenzi, vicepresidente di Federutility – Abbiamo le tariffe più basse del mondo, gli investimenti bloccati, non ci sono soldi per intervenire sugli acquedotti, siamo in ritardo e prenderemo delle multe dall’Unione Europea per la depurazione, eppure, nonostante tutto questo, la qualità dell’acqua in Italia è eccellente e lo dimostrano i cittadini, che stanno mutando negli anni le proprie abitudini di consumo”.
Anche se la legge prevede soltanto che i dati debbano essere comunicati alle autorità sanitarie ed alle istituzioni territoriali, sono molte le aziende che, come servizio ai cittadini, pubblicano i parametri chimico fisici e le caratteristiche organolettiche dell’acqua sui propri siti web o sulle bollette che inviano a casa agli utenti. “La soddisfazione di avere un’acqua di buona qualità – continua D’Ascenzi – non deve farci dimenticare le cose che recentemente ha sottolineato anche Legambiente: ne sprechiamo troppa, non la depuriamo, minacciamo ogni giorno l’ambiente ed il turismo e pagheremo multe salate se non interveniamo presto sulla depurazione. Per sistemare il sistema idrico italiano servono 66 miliardi nei prossimi trent’anni e soprattutto serve l’immediato avvio dell’Autorità di regolazione, autonoma ed indipendente. L’acqua deve essere una priorità nazionale. A parole tutti ne dichiarano il valore, ma nella realtà la trattiamo come se non ne avesse”.
Anche AQUA ITALIA (Associazione delle aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie) punta sulla corretta informazione ai cittadini, fondamentale a promuovere una vera e propria cultura dell’acqua che garantisca alle prossime generazioni un mondo migliore.
In occasione della Giornata Mondiale AQUA ITALIA parteciperà a Mostra Convegno Expocomfort di Fieramilano e presenterà 2 grandi novità che interessano tutta l’Italia. La prima, riguarda l’approvazione, dopo numerosi anni di confronto con le istituzioni, del nuovo “Regolamento recante le disposizioni tecniche concernenti le apparecchiature per il trattamento domestico delle acque potabili”. Il Presidente di AQUA ITALIA, Lorenzo Tadini, ne illustrerà le novità, soffermandosi soprattutto sulle tutele e garanzie introdotte a favore del consumatore. A seguire, verranno annunciati i risultati della ricerca indipendente CRA Nielsen 2012 che dal 2006, su commissione dell’Associazione, studia il “Consumo di acqua potabile presso la popolazione italiana”.
A distanza di un anno dal precedente Worl Water Day, quindi, l’Italia ha raggiunto due traguardi istituzionali importanti: il referendum nel 2011 che ha registrato una forte partecipazione popolare e il nuovo decreto legislativo nell’anno corrente.
Il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi lancia un appello alla politica: è sempre più urgente una nuova politica globale dell’utilizzo sostenibile delle risorse idriche. “La mancanza d’acqua uccide di più di una guerra. Ancora oggi il bollettino è allarmante – denuncia Politi – nel mondo oltre un miliardo di persone ha sete, mentre in più di 2,4 miliardi non possono contare sulla disponibilità di una risorsa sicura e incontaminata, e di questi ben 8 milioni muoiono a causa di malattie legate all’oro blu. Tra queste, 8 su 10 vivono in aree rurali. Ma il peggio è che l’incremento demografico e la crescente urbanizzazione faranno lievitare la domanda di questo bene prezioso, non solo per il consumo diretto, ma soprattutto per la produzione di cibo, che dovrà aumentare tra il 70 e il 100% entro il 2050, quando ad abitare il pianeta saremo in 9 miliardi”.
“La questione non interessa soltanto i territori dell’Africa: il fenomeno della desertificazione, legato ai cambiamenti climatici, ci riguarda da vicino -spiega il presidente della Cia – e mette a rischio la produzione alimentare, proprio perché alla mancanza d’acqua è legata la qualità del suolo e, quindi, la sua capacità produttiva. Basti pensare che le zone dell’Europa soggette a stress idrico sono destinate a passare dal 19% odierno al 35% nel decennio 2070. In Italia ben il 21% del territorio è attualmente a rischio di desertificazione. E si arriva al 41%, se si considerano solo le regioni centro meridionali. Fenomeno che negli ultimi 40 anni ha determinato un calo del 30% della capacità di ritenzione e di regimazione delle acque, compromettendo le coltivazioni e accrescendo di tanto le situazioni di rischio idrogeologico”. “In questo senso – sostiene il presidente della Cia – è fondamentale lavorare a uno sviluppo agricolo ecosostenibile, che sia in grado di garantire l’approvvigionamento alimentare, senza contribuire allo sfruttamento delle risorse”. L’appello è allo sviluppo di un’agricoltura che punti alla tutela del territorio come leva dello sviluppo e della competitività aziendale.