Settimane di “alta politica” per cambiare… quasi nulla!!!
In questo paese (città è troppo per come ci presentiamo) parlare al presente o avere certezze quando si tratta di amministrazione civica o di “politica” diventa quasi un’avventura, tanta è la probabilità di essere smentiti….e la cosa, ormai, non stupisce più di tanto i cittadini abituati in questi ultimi due anni ad imbarazzanti dietrofront e ripensamenti.
La terza giunta Mangiacotti, è confermato dallo stesso sindaco, sembrerebbe aver trovato la strada giusta per continuare a “reggere” l’amministrazione della città.
“Nuovi uomini, nuove idee e nuove modalità e coinvolgimenti dei partiti e dei gruppi consiliari”; obiettivi, programmi che pare abbiano ceduto posto e priorità a qualcos’altro: alle catene o ai “catenacci” di partito, ai dichiarati (ma falsi) equilibri di DS e Margherita, ad immaginabili interessi di bottega. Quando ormai erano dati per ufficiali altri nomi, qualcosa o qualcuno ha fatto “virare” indietro. Sta di fatto che i tanti paroloni venuti fuori in quel consiglio comunale di azzeramento, che per dignità di uomini dovrebbe solo essere dimenticato, sono rimaste delle “chiacchiere morte”. L’unica novità è stata l’epurazione di Matteo Cappucci, il vicesindaco non gradito ai due fuoriusciti dallo SDI; a sostituirlo in Giunta l’ex segretario del partito Gabriele Di Maggio.
Tutti gli altri assessori, quindi, riconfermati: Giuseppe Siena, Antonio Urbano, Gaetano Cusenza, Michele Crisetti, Donato Mangiacotti. Con molta probabilità il sindaco nominerà personalmente il settimo assessore, l’avvocato Maria Mangiacotti; Rifondazione Comunista, in coerenza a quanto sostenuto dallo scorso mese di luglio, ovviamente non ha ritenuto rientrare in una giunta che di "nuovo" non ha quasi nulla.
Senza voler fare i moralisti e non essere definiti con termini molto cari al nostro sindaco, “strilloni di piazza”, sarebbe opportuno che quanti amministrano la città riflettano un po’ sul fatto che non può essere qualche centinaio di voti a legittimarli e condizionare con i loro “giochi” la vita della comunità. I sangiovannesi, quelli che li hanno votati e non, hanno diritto di essere degnamente rappresentati. Basterebbe andare un po’ fuori, nelle strade, possibilmente senza turarsi le orecchie, per percepire quanto sia elevato il senso di insoddisfazione nei cittadini.
g.p.