La presidente di Federalbergatori: “Inchiesta di Repubblica non descrive la realtà”
Ha destato non poche polemiche l’inchiesta del quotidiano La Repubblica della settimana scorsa dal titolo “Niente più folle per Padre Pio il miracolo (economico) è finito”.
Nell’articolo la giornalista Brunella Giovara scrive: “Si vive nel rimpianto dei tempi d’oro, anche nella chiesa sotterranea che pure è rivestita d’oro vero, e i fedeli (per lo più donne, per lo più polacche), appoggiano le mani sulla teca dove c’è il corpo del santo. Una grazia, una speranza, il miracolo, questo si chiede a padre Pio, il teschio coperto da una maschera di silicone, le mani nere e raggrinzite che tutti vogliono fotografare”.
Insomma non proprio parole dolci nei confronti della nostra città e nel nostro San Pio. Tuttavia quanto scritto dal noto quotidiano nazionale cozza e non poco con le immagini viste in questa stagione: quest’anno, dopo la grave crisi dovuta alla pandemia Covid, la nostra città ha registrato un vero e proprio boom di presenze. Alberghi sold-out nei giorni della veglia e in questi weekend dal sapore più estivo che autunnale: le belle giornate hanno portato migliaia di persone in visita alla cripta di San Pio con code di pellegrini dalle prime ore del mattino fino a sera inoltrata.
Da parte dell’amministrazione comunale nessuna replica ufficiale a quanto descritto da Repubblica. L’unica considerazione è arrivata dal consigliere comunale Gaetano Cusenza che dal suo profilo Facebook ha commentato la vicenda: “Non è solo il titolo ad essere provocatorio e fuorviante, ma anche l’inizio dell’articolo, dove la giornalista dice “Padre Pio più che un Santo è un mito”. I miti sono dei simboli, i Santi sono modelli da imitare. I Santi non fanno miracoli economici, ma miracoli spirituali e corporali. Il quotidiano Repubblica, suo malgrado, ha scelto il momento più sbagliato per fare questo articolo. Proprio quest’anno che le presenze, come dice nello stesso articolo il portavoce dei frati Stefano Campanella, hanno raggiunto i quattro milioni. Il pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, nei luoghi di Padre Pio, è numerosissimo e devotissimo. Chiaramente c’è molto ancora da fare per migliorare l’offerta e l’accoglienza”.
Dello stesso avviso anche gli albergatori che hanno vissuto una stagione da grandi numeri come non accadeva forse dai primi anni duemila: “Risulta un po’ troppo catastrofica l’indagine condotta dalla corrispondente per la Repubblica Brunella Giovara che ha certificato, forse con troppa leggerezza, la fine del miracolo economico di San Giovanni Rotondo. Non nascondiamo alcuni problemi che il nostro comparto ha vissuto soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria Covid19, ma descrivere una situazione desolante non è la realtà – ha commentato la presidente di Federalbergatori Confcommercio San Giovanni Rotondo, Nunzia Dragano.
“Non è, infatti, corretto paragonare i numeri – di certo altissimi – che la città di San Giovanni Rotondo ha raggiunto in prossimità dei grandi eventi, come lo è stato il Giubileo del 2000 con quelli – non certo modesti – che si raggiungono in annualità prive di occasioni mediatiche. Inoltre, nell’articolo si spreca l’occasione di parlare dell’impegno del Convento che continua a organizzare appuntamenti volti a richiamare i milioni di fedeli che giungono e sono giunti nella città di San Padre Pio. La città e il suo turismo non godono di certo di cattiva salute, come ha anche commentato il nostro sindaco Michele Crisetti, e il Piano Strategico del Turismo che si sta costruendo proprio per il Giubileo del 2025 è la corretta risposta a quanti, con troppa velocità, hanno certificato la fine di un’epoca”, conclude la nota di Federalbergatori.