“Uomini in campo”
di Giovanni Piano
Non c’è avvio di anno scolastico che non parta con l’ormai consolidato bollettino di guerra: tagli ai finanziamenti, tagli di cattedre, accorpamenti di istituti, riduzione del sostegno.
Ci si ritrova, così, una scuola che quotidianamente deve lottare e districarsi, fra i mille vincoli governativi, con l’arte dell’”arrangiarsi” per garantire ai nostri figli quella crescita civile e culturale che consentirà loro di diventare gli uomini di domani. Una scuola che nonostante tutto e tutti, continua ad accogliere, anno dopo anno, i nostri ragazzi ed i loro bisogni formativi. Una scuola spesso bistrattata che va comunque avanti per portare a compimento il suo fine costituzionale: la formazione. E lo fa con i suoi uomini in campo, gli insegnanti, le prime “vittime” di tagli e riorganizzazioni. Ed è agli insegnanti, ai maestri di vita dei nostri figli, che voglio estendere le parole scritte dal piccolo Daniele per la sua maestra. Parole semplici, come lo sono i pensieri di un bambino, ma efficaci per esprimere il suo grazie sincero.
Cara maestra,
ti ricorderò sempre con tanto affetto.
Mi dispiace che tu vada in pensione, perché non sei rimasta ancora un anno?
So che anche tu sei molto dispiaciuta, ricordo che hai pianto quando ci hai detto che te ne dovevi andare e questo ci dimostra ancora una volta che ci vuoi bene.
Le leggi a volte sono ingiuste e non tengono conto dei sentimenti degli alunni e delle maestre, ma saranno contenti i tuoi nipotini che potranno trascorrere più tempo con una nonna che è stata per me una maestra fantastica.
Ricordo ancora il primo giorno di scuola quando ci accogliesti in classe con un grande cartellone dove c’era Topolino che diceva: BENVENUTI A SCUOLA!
Ricordo con gioia che in prima elementare, per non farmi annoiare quando finivo i compiti prima degli altri, mi facevi fare l’aiutante maestro, mi sentivo così importante!
Ricordo anche tutte le volte che mi hai rimproverato, a volte ci sono rimasto male. All’inizio pensavo di esserti antipatico, ma col tempo ho capito che tutto quello che hai fatto lo hai fatto per il mio bene.
Ricordo che dicevi sempre di portare la frutta o cibi sani per la ricreazione e non dolci, panini o patatine soprattutto durante la Quaresima.
Quando andavamo in palestra ci facevi rallegrare con tanti giochi divertenti: con i cerchi, con la palla, con la corda oppure ci facevi arrampicare sulle pertiche, che a me piacevano tanto.
Quando ci sentivamo male, eri così premurosa, proprio come una nonna.
Grazie a te ho imparato a leggere, a scrivere, a studiare, a ragionare, ma più di tutto ho imparato delle importanti lezioni di vita: mi hai insegnato ad aiutare gli altri e a condividere tutto con gli altri.
Grazie a te sono sempre un ragazzino vivace che ama stare con gli amici, ma ho imparato a rispettare gli spazi e le opinioni degli altri.
Grazie a te ho imparato che lo studio è un bene prezioso, che non si va a scuola a perdere tempo e che non si finisce mai di imparare.
Grazie per avermi insegnato tutto questo.
La mamma mi dice sempre che sono stato fortunato ad avere una maestra in gamba come te ed è stata felice di affidarmi a te ogni mattina, per questi quattro anni.
Mi piacerebbe che nel prossimo anno scolastico ogni tanto ritornassi a trovarci, per rasserenarci con la tua presenza e il tuo dolce sorriso.
Il tuo sorriso mi accompagnerà sempre e i tuoi consigli mi aiuteranno non solo nel prossimo anno ma per tutta la vita.
Ti voglio bene e ti assicuro che non ti dimenticherò mai!
Portami sempre nel cuore …
Un abbraccio,
Daniele