San Massimiliano Maria Kolbe Martire
Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola in Polonia da una famiglia molto cristiana. Entra nell’ordine dei Francescani e svolge una intensa opera pastorale in Europa e in Asia. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Nel campo di sterminio Kolbe si offrirà di morire in cambio della vita di un padre di famiglia. Giovanni Paolo II ha detto di lui “Con il suo gesto di martirio e testimonianza ha riportato la vittoria mediante l’amore e la fede, in un luogo costruito per la negazione della fede in Dio e nell’uomo”.
La sua vita religiosa ebbe inizio a Leopoli dove i Francescani avevano un convento; altra tappa importante della sua vita fu il suo trasferimento a Roma dove all’Università Gregoriana si laureò in Filosofia, ed in Teologia al Collegio Serafico.
In Europa il suo apostolato si scontra con i totalitarismi di destra e sinistra ma a peggiorare un quadro già non idilliaco è la sua malattia: la tubercolosi, che non impedisce comunque il suo lavoro di evangelizzazione.
Mette su la sua iniziativa di devozione mariana con il permesso dei superiori fondando la “Milizia dell’Immacolata”, associazione religiosa per la conversione di tutti gli uomini per mezzo di Maria.
Il 17 febbraio 1941 insieme a quattro confratelli venne imprigionato, e pochi mesi dopo, il 28 maggio, fu trasferito ad Auschwitz. Viveva le sue giornate con gli ebrei le sue “mansioni” erano i lavori più umilianti all’interno del campo . Il trasferimento al Blocco 14, dove i prigionieri erano addetti alla mietitura nei campi, è il preludio della sua fine: uno di loro riuscì a fuggire e secondo le deliranti norme naziste quel gesto prevedeva la morte di dieci prigionieri.
Padre Kolbe si offrì di morire in cambio di uno dei prescelti, un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. le SS uccisero con una iniezione di acido fenico. “Ave Maria”, furono le sue ultime parole.
La sua canonizzazione è avvenuta il 10 ottobre 1982 con Papa Giovanni Paolo II.
Salvatore Trotta