Domenica 13 Novembre amichevole di Soft Air
L’associazione Guardiani di Giano – Soft Air Team di San Giovanni Rotondo organizza per domenica 13 novembre, nell’ambito dell’iniziativa del Centro Sportivo Educativo Nazionale Soft Air Toscana che vede coinvolte 37 città, un’amichevole a scopo benefico a favore del progetto Telethon per raccogliere fondi da destinare alla ricerca per la cura delle malattie genetiche.
L’iniziativa si svolgerà nel territorio di San Giovanni Rotondo. Ad organizzare l’amichevole è stato Michele Malerba che ci spiega cos’è il Soft Air:
Il Softair: che cos’è?
Innanzi tutto voglio precisare che il Softair è uno sport riconosciuto dal CONI dal 1996 e dallo CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale). Si tratta di una pratica nata in Giappone, e poi diffusa anche in Europa e quindi in Italia. Si tratta di una simulazione tattica e strategica, in cui i giocatori (uomini e/o donne) si dividono in due (o più) squadre che devono raggiungere uno o più obiettivi in un lasso di tempo predefinito. Ogni giocatore ha in dotazione una o più armi giocattolo (pistola, fucile, mitraglietta) che possono facilitare o essere necessarie al raggiungimento dell’obiettivo assegnato. Le modalità di gioco sono numerose, si va dal classico “conquista la postazione” (una squadra attacca e una difende) a vere e proprie coreografie che possono durare anche 24/48 ore e giocarsi su territori molto vasti. Le ASG (air soft gunner) ossia le nostre armi giocattolo, devono avere obbligatoriamente una potenza inferiore a 1 joule, come la legge prescrive per ritenerle tali.
Quando e come è nata la tua associazione?
I “Guardiani di Giano S.A.T.” sono nati nel 2005, anche se c’è tra di noi gente che da quasi 15 anni pratica questo sport. La volontà di creare un’associazione a San Giovanni Rotondo nasce soprattutto dalla voglia di mettersi a confronto con altre realtà come la nostra, non solo della nostra provincia ma di tutta Italia. Tutto nasce dalla passione di otto amici, che hanno creduto in uno sport che l’opinione pubblica ha sempre criticato e giudicato, senza conoscere lo spirito di amicizia che lo contraddistingue. Ora, la nostra associazione conta circa venti soci effettivi, è questo, per noi soci fondatori è un traguardo importantissimo, ma ancor di più un punto di partenza per nuovi traguardi.
Quale abbigliamento e attrezzature servono e/o sono indispensabili?
Qui devo fare una distinzione, come nella vita di tutti i giorni, ogni viaggio va organizzato e programmato in base alla distanza e alle esigenze che potrebbero presentarsi, cioè, più è lungo il periodo di gioco, e vasto il terreno, più efficienti devono essere abbigliamento e attrezzature. Se per partite in campi di gioco molto limitati, e quindi con tempi molto ristretti non è necessario portarsi dietro pesi inutili, quando ci si trova davanti ad una “missione” di 24 ore o più tutto cambia. Una volta entrati in gioco non si può tornare al campo base se non al termine della partita, quindi bisogna equipaggiarsi e rendersi autosufficienti per l’intero tempo di gioco, in una gara 24h dove si percorrono fino a 35/40km di marcia, ad esempio, ogni operatore porta con se circa 30kg tra equipaggiamento e sostentamento.
GPS, BUSSOLA, RICETRASMITTENTE, CARTOGRAFIE, TORCE, CERATA, CIBO, ACQUA, INTEGRATORI, KIT PRONTO SOCCORSO, ABBIGLIAMENTO SUPPLEMENTARE, ECC…, sono solo alcune delle cose da portare con sé, naturalmente queste devono andare ad aggiungersi ad un abbigliamento già idoneo.
Una persona che vuole avvicinarsi al soft air, ha bisogno inizialmente di pochissime cose e di un budget limitato ( 200/300 Euro ), bastano una semplice mimetica ed un paio di anfibi o scarponi come abbigliamento (la maggior parte di noi li aveva o se li è procurati da parenti o amici) una fucile elettrico completo di batteria e caricatori, occhiali infrangibili e/o protezione per il volto.
Chi è la persona che pratica soft air?
Il commerciante, l’operaio, l’infermiere, ecc.., con età che varia dai 18 ai 50 e oltre, dunque lo stesso tipo di persona che fa uno sport più comune. Ogni associazione di soft air, ha tutti gli interessi di tenere sé stessa e il soft air, lontana da elementi violenti e/o esaltati. Ormai da anni siamo costretti a guadagnarci la fiducia delle istituzioni e delle forze dell’ordine e basterebbe ben poco per farci tornare indietro, a quando i softgunners d’Italia avevano un’altra cosa in comune, le porte in faccia.
“AVVENTURA-NATURA-ORIENTERING-TRACKING-ADRENALINA-GIOCO DI SQUADRA-SANO AGONISMO-MIMETISMO-MILITARIA-TECNICHE E TATTICHE….. Questi e tanti altri sono gli elementi che fanno di questo sport qualcosa di unico”, questa frase è parte della locandina della nostra associazione ed è questo che offriamo e chiediamo a chi si avvicina al soft air.
Il SA è uno sport pericoloso?
Premettiamo che ogni giocatore di SA è assicurato tramite vari enti come il CSEN, ma comunque non è più pericoloso di altri sport, anzi ho visto molti giocatori di calcio uscire in barella ma mai un softgunners. Ognuno di noi prima di iniziare a giocare ha la premura e l’obbligo di indossare le varie protezioni, anche perché in assenza di queste verrebbe escluso. Questo ,non esclude raramente piccoli infortuni, che per la maggiore sono causati dalla difficoltà ad agire in campi di gioco molti impervi, ma niente che ci impedisca di ritrovarci la domenica successiva per divertirci insieme.
Trattandosi di simulazione di guerra, per evitare fraintendimenti, dimmi come vi ponete nei confronti della vera guerra?
Il nostro sport non ha nulla a che fare con la vera guerra, anche se le nostre simulazioni sono il più realistiche possibile e la preparazione di un softgunners è molto alta, tra tutti noi esiste un grande rispetto e la convinzione di appartenere ad una grande famiglia. Ogni giornata di gioco è il pretesto per incontrare gli amici e per conoscerne di nuovi, con cui dopo ogni ingaggio ci ritroviamo a ridere,scherzare e congratularci sulle azioni di gioco, sia nostre che “dell’avversario”.
Perché ci si dovrebbe avvicinare a questo sport?
Perché è uno sport unico, a contatto diretto con la natura che inizi ad amarla e rispettarla ancor di più. Inoltre dà la possibilità di conoscere nuovi amici, fa crescere dentro di te lo spirito di squadra, il rispetto per i tuoi compagni, l’organizzazione e la progettazione per raggiungere un obbiettivo comune, oltre che l’autostima per se stessi, tutte cose che nella vita reale sono indispensabili. A conferma di questo, basti pensare che alcune tra le più grandi scuole di management per preparare i futuri manager a gestire le situazioni più difficili dove lo stress non deve influire negativamente sul loro operato, hanno come corsi di formazione veri e propri stage militari.