di Francesco Totta
Il Natale si sta avvicinando. E’ un periodo magico e lo è ancora di più se rapportato ad un anno come quello in corso che sta trascinando un lungo periodo di crisi economica, con ripercussioni sulla serenità delle famiglie.
Le famiglie troveranno nel Natale l’isola felice: il ritrovarsi con i figli costretti a lavorare lontano da casa, lo scambio dei regali, i sorrisi e il calore umano.
Qualche riflessione è comunque doverosa.
I regali di Natale saranno di valore modesto, ma avranno senza dubbio come tutti gli anni un valore affettivo incommensurabile. Bella atmosfera quella natalizia. Sognare ancora non costa nulla.
Giusto che ci sia una tregua. Ma non è necessaria l’analisi fredda dei dati statistici effettuata dalla stampa specialistica a comprendere come la spesa delle famiglie nel periodo natalizio sia in spaventoso declino.
Eppure è bene fare regali. Solleva il morale.
Il più grande regalo che ognuno possa farsi e non ricevere è la consapevolezza profonda di ciò che stiamo vivendo. La consapevolezza delle scelte economiche e sociali di certi politici e dirigenti della cosa pubblica ormai fuori da ogni logica per il bene del paese.
In realtà, siamo ancora ancorati ad una mentalità secondo la quale passerà del tempo, ma alla fine qualcuno ci donerà un posto di lavoro. Questa condizione di attesa nell’arrivo del regalo del posto fisso è ormai un atteggiamento deleterio, a vantaggio di chi promette per il suo immediato tornaconto, magari politico. Il timore è che i giovani, a volte anche per educazione ricevuta, aspettano e aspettano ancora, cadendo in tal modo in uno stato di passività e poi nel pessimismo. Questa è la peggiore conseguenza della crisi economica: una crisi sociale e di coscienza.
Occorre avere la capacità di denunciare unitamente dal basso una situazione di scollamento tra le logiche della politica e della politica economica e le esigenze di affermazione dei talenti delle risorse umane di cui è ricco il nostro territorio.
I politici e i dirigenti sono restii a far conoscere le opportunità che la nuova programmazione comunitaria del periodo 2014-2020 offre. Lo stesso Ministro prof. Carlo Trigilia del governo Letta ha sostenuto, nel Quadro di coesione territoriale, che i politici e i dirigenti locali hanno interesse a non informare dell’esistenza e della possibilità di utilizzo dei fondi comunitari, anche per avviare attività in forma autonoma.
Il motivo è facilmente intuibile: la possibilità per i giovani ed, in genere, per i soggetti ”svantaggiati” cosi come definiti dalla Regione Puglia, va ad erodere la piattaforma di consensi su cui poggia il successo di certa politica affatto morale.
In verità dalle elaborazioni statistiche effettuate già sui bandi per il finanziamento di attività produttive per il periodo 2007-2013 si ottiene un risultato veramente avvilente. I bandi sono poco conosciuti. Non esiste una capillare informazione su di essi, ne a maggior ragione una adeguata informazione per usufruirne. La conseguenza è che i fondi del bando come lo Start up, gestito dalla Regione Puglia e destinati all’avvio di attività produttive, a fronte di una dotazione di € 43.000.000,00, non sono stati completamente utilizzati. Sono avanzati oltre € 10.000.000,00. Inoltre, la fetta maggiore di finanziamenti alle nuove iniziative è andata alla provincia di Bari e poi una altra cospicua di oltre € 8.000.000,00 al Salento. La provincia di Foggia, di maggiore estensione della provincia di Lecce e con la stessa densità di popolazione si è fermata a € 4.000.000,00. Risulta di assoluta evidenza che qualcosa non funziona. Tecnicamente è definita “asimmetria informativa”. Semplicemente tale termine racchiude situazioni ai limiti: P.A. e politici lontani dal saper dare risposte alle difficoltà sociali di giovani e soggetti “svantaggiati”, risposte che passano da segnali di carattere partecipativo della P.A. alle iniziative economiche.
Un recente convegno, tenutosi a Foggia il 14.11.2014 dal titolo “Sviluppo Economico e legalità sull’asse Emilia Romagna e Puglia” ha avvicinato per un attimo questi due mondi. L’assessore regionale allo Sviluppo Economico ha parlato di Fondi Comunitari. Il pubblico ha partecipato e ha incalzato di domande i relatori relative anche alla scarsa informazione e assistenza sull’utilizzo dei fondi comunitari.
Ma chi dovrà dare le giuste informazioni: la Pubblica Amministrazione, le Associazioni di Categoria, i professionisti privati. Quali tra questi soggetti potranno farlo in tempi rapidi. Credo che ci voglia preparazione e riqualificazione.
Con l’augurio che sia una previsione sbagliata, ma la Capitanata e il Gargano perderanno, stando cosi le cose, ancora il treno dei fondi comunitari della programmazione 2014-2020. Sicuro è che nessun politico si sta prodigando per una azione virtuosa che avvicini i suoi rappresentati a tale opportunità. Infatti, i bandi che dovevano già partire ad ottobre 2014 non sono ancora in cantiere. Si dice che dovrebbero partire a gennaio 2015, ma il dubbio è quasi certezza. Gli artefici sono in realtà impegnati nelle alleanze politiche per la corsa alla presidenza della Regione Puglia.
Questa analisi porta ad una conclusione evidente. Occorre che le forze sociali facciano pressioni forti. Occorre che le forze sociali facciano aggregazioni, con la costituzioni di associazioni, cooperative e forme di rete. In questo modo si possono creare le basi per una inversione nella gestione di fatto dei Fondi Comunitari. La programmazione 2014-2020 prevede 11 obiettivi tematici tra cui la formazione professionale e l’inclusione sociale. Questi obiettivi devono essere raggiunti con proposte che giungono dai destinatari veri degli stessi e recepiti dagli organi che gestiscono le risorse. Aspettare passivamente regali da chi non è emotivamente coinvolto è una pura utopia.
Dott. Francesco Totta
Esperto in Finanziamenti Pubblici