Dati in preoccupante aumento nella nostra città
A San Giovanni Rotondo è allarme gioco d’azzardo. Secondo l’annuale indagine del gruppo editoriale GEDI nella nostra città nel 2017, anno di riferimento, i sangiovannesi hanno speso mediamente 896 euro a testa in tutti i giochi gestiti dallo stato e alle slot.
In totale si spendono 24,35 milioni in scommesse. Ben 8 milioni in più rispetto al 2016. Una vera e propria piaga sociale per tutta la comunità.
Di questi quasi 24 milioni, circa 10 milioni si spendono nelle cosiddette AWP ossia delle new slot che accettano solo monete e che sono presenti anche in bar o tabaccherie mentre 7 milioni e mezzo si spendono nelle videolottery (VLT), apparecchi che accettano anche banconote e che sono presenti in sale e locali dedicati che consentono vincite notevolmente più alte.
A questi dati vanno aggiunti molti altri euro in più relativi alle somme giocate nei centri scommesse con le schedine relative al calcio e ad altri sport. Sono tantissimi i centri scommesse presenti nella nostra città, sempre pieni di gente e anche di ragazzini (che ricordiamo non dovrebbero giocare al di sotto dei 18 anni).
Se si pensa che il nostro comune ha una popolazione di 27.172 abitanti con un reddito pro-capite pari a 17.241,13 euro si evince che mediamente ogni sangiovannese giochi all’anno la cifra monstre di 896 euro, 300 euro in più rispetto al 2016.
La nostra città è al posto numero 2.290 su 7.954 comuni italiani nella classifica generale per giocate pro-capite.
Un dato allarmante, una ‘bomba’ sociale che affligge perlopiù soggetti psicologicamente deboli. Tutti attirati dalla vincita o dal guadagno facile. Un’illusione che porta molta gente a rovinarsi, gettando le famiglie nella disperazione più profonda.
Un dato che deve farci riflettere tutti, cittadini e soprattutto istituzioni. Con 24 milioni potremmo permetterci cinque progetti di fogna bianca ad esempio. E’ compito delle istituzioni adoperarsi per debellare il fenomeno soprattutto tra i giovani attraverso campagne di sensibilizzazione nelle scuole e altre iniziative volte ad allontanare i nostri ragazzi da questo genere di ‘svago’.