“Penso che la gente è sempre più distratta o fa di tutto per esserlo”
Il sit-in silenzioso ha evidenziato la disgregazione sociale della città e il fatto che non abbiamo ancora la cultura della partecipazione.
A volte pare che non ci sia più scampo: fuori c’è tutto, c’è l’aria e il niente.
Sembra di vivere in un paese tranquillo ma quanto meno te lo aspetti, tanti nei che non consideravi, emergono fino a rendersi conto che la cronaca, la violenza che siamo abituati a vedere attraverso la tv può scoppiarci dentro casa, sporcare le facciate serene delle nostre abitazioni di fumo bruciato trasformando il tutto in paura.
Oramai è certo che il nostro caro paese vive una forte crisi economica e politica in cui l’elemento economico, quello politico e culturale si sovrappongono e si investono reciprocamente creando il nulla.
I sintomi del nulla si percepiscono nell’aria. Si respira nelle vie della nostra città una politica socio economica sterile. La politica culturale si è abbassata di livello al punto tale da sembrare di vivere in una sorta di dietro le quinte dei programmi televisivi, attori, cantanti e ballerine di fine stagione animano l’attore di turno.
Penso che la gente è sempre più distratta o fa di tutto per esserlo.
La grave crisi, che attraversa oggi la politica, fa cogliere un diffuso senso di sfiducia nelle persone, le quali pensano che non ci sia nulla più da fare per cambiare. Il rifiuto del “politico” postula la necessità di offrire una speranza e che vale la pena ancora di lottare per il cambiamento.
Compito principale di una politica culturale è la riorganizzazione della nostra esistenza e di tutta una serie di momenti sociale, la necessità di sradicare vecchie abitudini ed introdurne di nuove.
I sintomi del nulla e la rabbia distruggono ogni cosa che non piace, annebbia le probabili soluzione, accentua le ipocrisie. Forse è necessario placare la rabbia con il vecchio metodo del racconto.
Forse la soluzione è che tutti noi abbiamo bisogno di un nuovo racconto, una favola che ci faccia addormentare e risvegliare in modo migliore con una politica migliore e forse con una società meno disgregante.
Berto Dragano
Dobbiamo impegnarci con coraggio, non rassegnarsi alla paura. Dobbiamo decidere se vogliamo provare a domare le stelle, puntando in alto. O se ci accontentiamo di vivere impigriti, facendo a botte con il nulla.
gargice
Forse non ci rendiamo conto di quanto oggi -con la crisi economica- sia ancora più difficile spronare il popolo che ha sempre pensato alla propria pancia.
La politica si fa ancora più sporca, diretta conseguenza dell’impoverimento delle classi medio-basse che si “prostituiscono” con più facilità.
Però a me ormai fanno pena questi appelli senza destinatari e senza il coraggio di emanciparsi da una manipolo di persone mediocri che possiamo ritenere complice dell’attuale stato comatoso italiano. E basta!
Sante Barbano