La Casa Sollievo della Sofferenza? “Non è un problema regionale”
Il “personaggio” Vendola… virgolettato, sì, perché ormai è entrato così bene nella parte che non si rende conto che quanto dichiara è palesemente non vero, fuorviante oltre che pilatesco.
Nel corso della prima seduta del Consiglio Regionale con la nuova Giunta si è avventurato in una discussione superficiale nei contenuti e subdola nella forma: parole da captatio benevolentiæ che ormai i pugliesi (e non solo) ne hanno pesato bene la reale valenza.
“Noi abbiamo bisogno, colleghi – lo dico perché fra poco tutti ce ne occuperemo – di un Governo nazionale, anche perché stanno maturando questioni nazionali che non potremo affrontare noi. Pensiamo agli Enti ecclesiastici.
Gli Enti ecclesiastici sono un pezzo pregiato del sistema dell’offerta sanitaria; pensate a che cosa rappresenta San Giovanni Rotondo nell’immaginario del nostro Paese.
Non è un problema regionale. Gli enti ecclesiastici in tutta Italia sono dinnanzi alla medesima condizione, a rischio di un globale fallimento, anche per le recenti sentenze del Consiglio di Stato – in quel caso, frutto di una contesa tra la Regione Puglia e un ente ecclesiastico – le quali hanno stabilito che la Regione non copre i buchi, a fine anno, prodotti da Amministrazioni che non sono pubbliche, sebbene svolgano un compito pubblico.
Non so se mi spiego. Vorrei essere chiaro: questo è un problema che attiene ai rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica, è un problema che va affrontato a livello di concordato, è un problema che scoppia in tutta Italia in proporzioni gigantesche.
Noi ci troveremo di fronte una dimensione rilevante di crisi occupazionale e con il rischio di perdere un pezzo pregiato del nostro sistema dell’offerta sanitaria. Non lo possiamo affrontare in questa sede. Possiamo fare la nostra parte. Tante volte l’abbiamo fatta, tante volte siamo corsi in soccorso.
Credo che la condizione finanziaria del Paese e delle casse regionali non ci consenta questo. Lo vivo come un problema drammatico. Vorrei che ci fossero gli interlocutori giusti, con la consapevolezza giusta dell’urgenza e della drammaticità della questione”.
In precedenza aveva, inoltre, dichiarato:
“Occorre tenere lontana la politica, ma tutta la politica, e impedire qualunque incursione a gamba tesa nelle vicende proprie di un’azienda sanitaria, qualunque incursione inappropriata. I manager hanno un secondo compito, ossia quello di occuparsi di un prodotto molto speciale, quale è la salute delle persone, la salute degli ammalati; un aziendalismo autistico, autoreferenziale che non consenta mai di avere il termometro per misurare la febbre nelle corsie, nei reparti è una managerialità sgradita. Io voglio che il manager porti i conti in ordine, ma voglio che tra i conti i ordine sia considerata la qualità dell’offerta sanitaria in ogni singolo reparto”.
Dichiara serenamente: La Casa Sollievo della Sofferenza “non è un problema regionale”. Per caso i cittadini che vengono assistiti appartengono ad una sovranità extra-regionale o extra-territoriale? I cittadini pugliesi, sono assicurati dal Servizio Sanitario Nazionale, che eroga assistenza anche attraverso la Casa Sollievo della Sofferenza.
La Regione non copre i buchi, a fine anno. Il nostro presidente è così poco informato che non conosce nemmeno le rivendicazioni della Casa Sollievo. Generalizza per superficialità conclamata? O sta tentando di anticipare sorprese ancor più che mai dolorose?
Nessuno ha mai chiesto ripiani! L’unica richiesta, semplice e civile, è quella della equiparazione in termini tariffari alle aziende ospedaliere simili per complessità e dimensioni. Non regalie di fine anno a copertura degli sbilanci di gestione, ma solo equi e pesati corrispettivi.
E’ un problema che va affrontato a livello di Concordato? Ma sa il presidente Vendola cos’è il Concordato, i Patti Lateranensi, gli obblighi ed i contenuti rigidi di tali atti? Vuole portare il livello di discussione fra Stato italiano e Chiesa? No, il livello è Regione, cittadini, Casa Sollievo. Il presidente dovrebbe sapere bene che l’assistenza sanitaria è onere delle regioni, e le regioni devono assicurarla e finanziarla con risorse proprie!
Parla di esser corso in soccorso? Può dimostrare con carte e delibere alla mano quando lui ha soccorso e in che modo? Ma se disattende perfino le indicazioni imposte dalle leggi vigenti, tra l’altro ribadite dalle sentenze del Consiglio di Stato a cui lui stesso Vendola fa riferimento, lì dove è chiaramente stabilita l’obbligatorietà della sottoscrizione di accordi annuali fra Regione ed Enti Ecclesiastici nei quali definire volumi di prestazioni e tetti di spesa. Dimostri il presidente il rispetto dei suoi obblighi istituzionali. Visto che forse non conosce le sue competenze, chieda ai suoi alti dirigenti copia degli accordi sottoscritti, propedeutici e indispensabili ai fini dell’approvazione dei D.I.E.F. annuali (Documento di Indirizzo Economico Funzionale).
La condizione finanziaria delle casse regionali non permette soccorsi. Questa deve esser consentita: è ipocrisia pura… oppure gli attenti dirigenti degli assessorati al bilancio ed alla salute forse non hanno riferito al presidente che la quota destinata agli enti ecclesiastici è pari al 6,5% del fondo sanitario regionale, mentre l’incidenza del finanziamento alla Casa Sollievo è di circa il 3,5%. Andasse a ricercare, il presidente, le inefficienze nel restante 93% del fondo sanitario regionale prima di affermare che la condizione finanziaria regionale non permette interventi.
Chiede di parlare con gli interlocutori giusti? Chi sono per lui gli interlocutori giusti visto che quelli istituzionali li ha tenuti fuori dalla porta per 2 anni, accampando sempre scuse e annullando scientificamente ogni incontro? I problemi si affrontano, non si scappa!
Io voglio che il manager porti i conti in ordine. No presidente, se davvero l’obiettivo fosse questo non andrebbe a ripianare senza batter ciglia i buchi delle aziende sanitarie pubbliche, simili per dimensioni ed attività alla Casa Sollievo. I conti in ordine si coniugano con l’efficienza. I ripiani prescindono da tutto ciò. La “tombalità” mette una pietra sopra, non sviscera i problemi né consente di porre correttivi.
Chiacchiere morte, come si dice da noi, quelle del “personaggio” Vendola; è tempo che parole e paroloni che, dal 2005, tanto hanno conquistato e commosso i cittadini pugliesi, lascino il posto ai fatti, altrimenti si astenga dal parlare visto che lui stesso in una intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno delle settimane scorse ha dichiarato “…ormai non ci sono più parole…”. Ma continua a parlare…
E’ tempo, che la Casa Sollievo, le forze sociali, politiche, sindacali e associative, del territorio e non solo della città, tutte insieme, prendano reale coscienza della situazione e conseguenti iniziative di tutela.
gp
alex marcucci
Gianni….devo darti perfettamente ragione…..ma purtroppo questa gentaglia che con prepotenza crede di fare della sana politica e che noi insistiamo a votare per farci rappresentare e amministrare, continua imperterrita a parlare a “vanvera” e a fare danni….a nostre spese ( basta notare quanto paghiamo di addizionale irpef regionale ogni anno)!!
Concordo…è tempo, che la Casa Sollievo, le forze sociali, politiche, sindacali e associative, del territorio e non solo della città, tutte insieme, prendano iniziative di tutela……facciamo assolutamente qualcosa!!
Basta continuare a farci prendere in giro!
alessandro marcucci
Matteo De Santis
Gianni visto che non m rispondi in privato mi dai delle spiegazioni in Pubblico????
Che soldi vi deve la Regione???? Per cosa???? A quanto ammonta??? E’ un problema creato da Vendola oppure era già esistente prima della venuta di Vendola???? E se questo problema già esisteva come hanno risposto le amministrazioni precedenti????Matteo De Santis
Allora Matteo, la cosa non è così minimalistica come la poni tu. Cerco di spiegarti in maniera facile facile con 2 concetti di base. Il primo: per quanto riguarda il passato, ossia anni 2004-2010 se ne sta occupando la giustizia amministrativa per cui sulle rivendicazioni in essere sono competenti TAR, Consiglio di Stato, Corte Europea (ricordati solo che dal 2005 Vendola è presidente della Regione Puglia). Ciò che ho scritto non fa riferimento a questa vicenda per le ragioni che ti ho esposto.
Secondo: il presidente della Regione per il 2012 non ha provveduto a sottoporre alcun accordo alla CSS circa volumi e prestazioni da “comprare”. Oggi siamo al 5 aprile 2013. La legge gli impone la sottoscrizione di accordi. Nel momento in cui lo dovesse fare l’azienda in funzione dei volumi assegnati orgnaizzerà, se il caso anche con tagli, le attività per poter gestire al meglio le risorse assegnate.
Per dirtela ancora più facile, il tuo presidente fa come fanno i proprietari della Cirio i quali dicono ai produttori di pomodori “per ora ditemi grazie che mi prendo i vostri pomodori (leggi pazienti) fra un anno vi dico a quanto ve li pago e soprattuto quello che vi voglio pagare”.
I contratti caro Matteo si fanno prima, ciascuno deve organizzare la propria attività in funzione delle risorse disponibili e non a babbo morto… a 15 mesi dal gennaio 2012 niente è stato sottoposto per la firma…ed intanto stipendi e fornitori occorre pagarli, anzi sono pagati.
Matteo De Santis
Gianni, come sai sto prendendo informazioni su tutto il caso CSS, attualmente le notizie che mi sono arrivate parlano di qualcos’altro differente da quello che racconti, appena saprò qualcosa in più e di ufficiale sarà mia premura risponderti in merito
Matteo De Santis
Matteo io non “racconto”… io mi prendo responsabilità di ciò che dichiaro. Se ne hai possibilità smonta punto per punto ciò che ho scritto io, documentati bene però perchè poi dovrai esser in grado di replicare anche tu punto per punto. Guarda non vedo l’ora di leggere contestazioni precise e circostanziate a ciascuna singola mia affermazione. Ti ho agevolato evidenziando in grassetto ogni oggetto di contestazione…. non vedo l’ora!!!