“Se ci guardassimo intorno noteremmo che siamo circondati da oggetti praticamente inutili, alcuni dei quali ci hanno regalato un’emozione solo nel momento dell’acquisto”
Dopo gli anni ‘60, nel caso dell’Italia, i consumatori, grazie ad un certo benessere e letteralmente plagiati dal sistema pubblicitario, hanno iniziato ad acquistare una quantità sempre crescente di beni superflui o inutili.
Il “sistema occidentale” misura tutto con i dati derivanti dalle esportazioni, importazioni, acquisti o vendite di beni.
Una nazione viene valutata solo in base all’economia non in base alla costituzione o alla virtuosità dei propri cittadini, i quali, a loro volta, interagiscono misurando il numero di beni che possiedono. Oramai, il consumismo detta anche le regole per l’educazione dei figli.
I genitori moderni si sono auto-relegati nelle vesti di tanti geni delle lampade, pronti ad esaudire tutti i desideri dei propri figli, pensando che il loro compito sia solo quello di evitare che i figli si sentano diversi dagli altri o che subiscano dei trami dovuti al deficit di acquisto e non alla mancanza di affetto.
Tale meccanismo mette in seria difficoltà i genitori che si vogliono occupare più di formare le future generazioni o, peggio ancora, coloro i quali, non avendo disponibilità economica, fanno ricorso all’indebitamento o alla rateizzazione, nella migliore delle ipotesi.
Il consumismo è un circolo vizioso dal quale non si esce facilmente in quanto ogni essere umano (materialista) una volta ottenuto l’oggetto del desiderio tanto agognato, focalizza immediatamente la propria attenzione su di un altro bene di consumo, come se l’unico scopo di vita degli esseri umani fosse quello di collezionare oggetti.
Se ci guardassimo intorno noteremmo che siamo circondati da oggetti praticamente inutili, alcuni dei quali ci hanno regalato un’emozione solo nel momento dell’acquisto.
Con il consumismo ogni “evento” perde di significato, pensiamo ad esempio alla nascita di un bambino, negli anni addietro ci si preoccupava più della salute del nascituro: oggi no, il colore e la marca della carrozzina sono fondamentali per essere “accettati” nella società.
L’avvento delle festività Natalizie può servire da stimolo per una domanda che ci dovremmo porre: se non ci fossero i regali, i bambini sarebbero veramente interessati al Natale?
Emanuele Merla