Alzatevi e ballate!
Il 14 febbraio 2013 un miliardo di donne e uomini di 189 paesi del mondo balleranno insieme per dire basta alla violenza maschile sulle donne, e sono oltre 70 le città italiane che aderiscono alla campagna One billion rising lanciata da Eve Ensler, autrice de I monologhi della vagina.
ONE BILLION RISING è l’invito ad un’azione globale e nasce dalla volontà di fermare in ogni modo e con ogni mezzo non violento il perpetrarsi della strage in atto nel mondo. Su una popolazione mondiale di circa 7 miliardi di persone, la violenza riguarda il destino di più di un miliardo di donne e ragazze nel mondo.
INSIGNIFICANTE
“Come ti permetti?
Insolente.
Intendi qualificarmi non sapendo come si vive
Dal bordo della scogliera.
Tu, ostentando la proprietà del mondo.
E la tua idea di morale e di buon agire.
Ti ostacolo così tanto
Che sarebbe molto lungo cercare di enumerare
Esattamente, ciò che giudichi.
Che ho rifiutato di essere la tua musa
O l’immagine etnica che ti giustifica.
Che mi sono stancata di servirti.
Che sono stanca dell’assurda incondizionatezza.
Probabilmente è perché ho fatto la scelta
Di aprire gli occhi, di sentire la mia voce,
Di nominare mia sorella, e ho voluto appropriarmi
Del’autonomia del mio fare.
Allora mi accusi:
Che sono vanitosa.
Che mi manca sapienza “per capire le tue regole“.
Che dalla mia bocca escono bugie
“Perché non riesco a deglutire le tue verità“.
Perché ho parlato.
Perché ho inventato la mia strada.
Mi chiami infedele.
Anche in questo caso io sono l’eretica.
Anche in questo caso, la peccatrice.
Tu, illuminato dall’alto, sputi frasi come se si potesse,
Sulla mia anima, e tu mi chiami donna oscura.
Dai tuoi altari, davanti ai tuoi tribuni, brandendo uno scettro.
Hai comandato deturpare l’immagine del mio viso.
Hai tentato di cancellare il mio nome dalle testimonianze.
Ma non riuscirai a domesticare la mia esistenza.
Lasciami, lasciami. Ho scelto di essere la emarginata.
La contagiosa. L’insufficiente.
Io resto qui, vanitosa, istintiva,
Con la mia poca intelligenza, con la mia triste verità.
Io resto qui, seduta nel mio orgoglio.
E una cosa l‘ho capita.
Una è vero:
Se sono così sbagliata; se ho così perso la strada;
Perché insistere a negare ciò che non conta.
Perché, dal potere, vuoi frenare la mia mente,
molestarmi, accaparrarmi, perché, se sono proprio niente.
Perché, allora, le mie domande aprono crepe.
Perché se io contesto, perché, se apro la bocca,
Tu ti agiti…?”
Patricia Vergara Karina Sanchez