LibriAmo, a cura di Renata Grifa
“E invece non si muoverà mai” disse. “Lui, il signor colonnello comandante e molti altri
resteranno qui fino a crepare, è una specie di malattia, stia attento lei, signor tenente,
che è nuovo , lei che è appena arrivato, stia attento finché è in tempo…”
“Stare attento a che cosa?”
“Ad andarsene appena può, a non prendere la loro mania”
Si può vivere un’intera vita nell’attesa di qualcosa che sappiamo non avverrà mai? Nella speranza che prima o poi giunga la “grande occasione”, quella che romperà la nostra routine e nel mentre che questo accada restare fermi ad aspettare, a scrutare l’orizzonte con un cannocchiale e ad illuderci che i Tartari stiano tornando?
Giovanni Drogo, ufficiale di recente nomina, in una mattina di settembre parte alla volta della Fortezza Bastiani. Carico di giovanili aspettative lascia la monotonia della vita di paese per giungere nel posto che per lui maggiormente rappresenta la libertà, l’indipendenza. Ma già durante il lungo cammino che conduce alla Fortezza viene pervaso da una strana sensazione di malessere, che si attenuerà solo pensando a come far rientro a casa ancor prima di essere arrivato.
Eppure, una volta giunto a destinazione, nonostante l’inquietudine si sia insidiata in lui per il susseguirsi di giorni tutti uguali, Giovanni Drogo non riesce ad abbandonare la Fortezza, luogo misterioso e quasi magnetico per tutti gli ufficiali che ne fanno parte, luogo che sembra promettere, come il canto di una sirena, che “il nemico sta arrivando, è la grande occasione, non si può partire ora”.
I giorni alla Fortezza sono giorni immobili in cui ogni azione diventa rito d’attesa “Ma chi? Chi dovrebbe venire?” “Cosa vuoi che io ne sappia? Non verrà nessuno si capisce. Ma il signor colonnello comandante ha studiato le carte, dice che ci sono ancora i Tartari”.
Come il vecchio di Hemingway sul suo peschereccio in mezzo al mare, Drogo è solo di fronte al mare di sabbia che si estende a perdita d’occhio dinanzi alla Fortezza, un mare a cui affida tutti i suoi dubbi, le sue difficoltà e le sue paure vittima di un tempo che sembra sfuggirgli di mano.
Drogo e il suo viaggio diventano metafora del viaggio che ognuno di noi potrebbe decidere di intraprendere nel momento in cui lascia la tranquillità di tutti i giorni per una vita più degna di essere vissuta.
Ma il viaggio più importante a cui questo romanzo ci chiama è il viaggio introspettivo, in cui soli con noi stessi, dalle mura della nostra Fortezza cerchiamo il nostro posto nel mondo.