Quando "l’unione fa la forza"
Accompagnando i miei figli a scuola, giorno dopo giorno, mi accorgo del sempre più radicato fenomeno più che preoccupante del cosiddetto “bullismo”. – Per fare onore al resto dell’Italia anche noi a San Giovanni Rotondo, dobbiamo sottostare a tale odioso fenomeno.
Orde di piccoli vigliacchi appostati dietro gli angoli, sono pronti a fare i più disparati dispetti.
Un atteggiamento che crea gravi disagi soprattutto psicologici in chi subisce.
Gruppi di ragazzini che creano atteggiamenti provocatori e di derisione nei confronti di altri consapevoli del detto “che l’unione fa la forza”. Questa forza, però è dimostrata vigliaccamente nei confronti degli scolari più timidi, più soli e forse più insicuri i quali subiscono le varie forme di provocazione e d’aggressione intenzionali e ripetute nel tempo. Sgambetti, calci, pizzicotti, tirate di capelli ed anche intimidazioni, minacce, estorsioni di denaro o semplicemente ruberie di merendine o aggressioni psicologiche come insulti ed altro sono solo alcune delle forme di bullismo. Questa forma vigliacca come dimostrato, viene manifestata dall’inizio della frequenza dalle scuole elementari in poi: aule, corridoi, bagni, ma soprattutto luoghi isolati e tragitto casa-scuola e viceversa sono i luoghi prediletti da tali personaggi.
I genitori delle vittime sono andati più volte a lamentarsi con i responsabili degli istituti scolastici, ma dopo un brevissimo periodo di tranquillità dovuto suppongo alle minacce fatte agli stessi, si è ricominciati ad “appostarsi” per dar fastidio, minacciare, insultare, estorcere.
Consapevoli delle tante problematiche del nostro paese, si chiede se sia il caso che il Sig. Sindaco (quale autorità dell’ordine e Sicurezza Pubblica di San Giovanni Rotondo), o a chi per esso, nonché alle forze dell’ordine presenti sul territorio, anche “a campione” di far effettuare o svolgere servizi preventivi al fine di evitare questo preoccupante fenomeno in ascesa.
E’ ovvio che i genitori con la preziosa collaborazione degli insegnanti di ogni ordine e grado, sono e devono rimanere il primo servizio di prevenzione e ove necessario di repressione, educando i propri figli al rispetto delle regole e del prossimo indagando se i propri figli non siano né bulli e né vittime, ma semplicemente scolari.
Il mio invito e la mia preghiera rivolto ai genitori ed insegnanti e a tutti gli interessati, è di denunciare tutti gli episodi ritenuti “di bullismo”, affinché si argini questo fenomeno facendolo diventare veramente un problema marginale.
“CarlCard”
Coincidenza, casualità, destino ha voluto che oggi stesso, quasi in contemporanea con la ricezione da parte mia della “denuncia”, lo stesso “CarlCard” è stato testimone di un ulteriore “atto” che poteva avere un epilogo non bello. Alle 13,20, all’uscita dei bambini dalla scuola elementare, su via Amigò, un gruppo di ragazzini della scuola media “Pascoli” stava picchiando un tranquillo e solitario bimbo delle elementari; alla vista di persone nelle vicinanze (fra cui “CarlCard” sul balcone) hanno “abbandonato” la preda. Aiutato a rialzarsi, strana coincidenza, da mia moglie, il bambino forse per orgoglio, ha rifiutato di essere accompagnato a casa; raccogliendo lo zaino scaraventatogli per terra dai bulletti ha proseguito da solo Non è finita qui, purtroppo. I bulli erano in “attesa”. Nel momento in cui hanno rivisto il bambino solo, lo hanno rincorso. Sia pur da lontano mia moglie ha seguito tutta la scena; il bambino proprio sul trafficato Corso Nazionale è inciampato finendo disteso in mezzo alla strada. Solo grazie all’attenzione di un automobilista si è evitato il peggio…
Da parte nostra c’è l’impegno immediato di far conoscere l’accaduto ai genitori perché la sensibilità e la fragilità di un bambino di quell’età deve essere tutelata in modo particolare.
L’impegno di chi ci amministra, dei dirigenti scolastici lo ha già suggerito “CarlCard”.
Giovanni Piano