LibriAmo a cura di Renata Grifa
Ormai era avvenuto. Un nome una volta che ha varcato la barriera dei denti, non può più essere richiamato. E questo era avvenuto.
Ma non temere, sarai tu, con le tue azioni e le tue imprese, con la forza del braccio e della mente a dare un senso al tuo nome. Ci può essere grandezza e dignità anche nel destino più amaro, se il tuo cuore sarà forte e impavido, se non tremerà di fronte ad alcuna sfida, di umani o di dei, di uomini valorosi e leali o di selvaggi che non rispettano le leggi dell’onore.
Avrai la vita che meriti.
Valerio Massimo Manfredi
E il suo nome era Odysseo.
Inizia più o meno così la storia del più grande eroe greco che sia mai stata raccontata.
La leggenda che tutti noi almeno una volta abbiamo letto o ascoltato e che Valerio Massimo Manfredi riesce a raccontare con uno stile schietto e affascinante.
Primo volume della trilogia di Ulisse (a cui fa seguito “Il ritorno” e “L’oracolo”) il racconto si apre con Odysseo bambino, quell’eroe che siamo abituati a pensare come uomo di ingegno e valoroso condottiero ci viene qui presentato nel candore della sua infanzia, in attesa del re Laerte suo padre di ritorno dalla ricerca del vello di Colchide.
Da qui e attraverso le mille imprese gloriose viene narrata la crescita di Ulisse come eroe guerriero ma soprattutto come uomo di pensiero, inteso come colui il quale è sempre accompagnato dalla ragione e dalla giusta parola.
L’uomo non è fatto solo di muscoli e tendini, la mente è la parte sua più alta e nobile, quella che lo rende simile agli dei. La mente è l’arma più potente.
Nonostante lui, re di Itaca, porti un nome che lo vuole feroce e combattente saprà sempre prediligere la saggezza propria delle grandi menti.
Un racconto che è sì una rilettura attraverso gli occhi del protagonista del più grande poema epico del nostro mondo, ma è altresì una riscoperta di quei testi per alcuni studiati solo tra i banchi di scuola.
Achille, Ettore, l’inganno del cavallo, ma anche il viaggio, l’esplorazione di terre sconosciute, il primo incontro con Penelope.
Manfredi con il suo stile impeccabile riesce quasi a portare il lettore a sentire il profumo e il calore di quelle isole lontane, così come il dolore e il terrore della freccia scoccata per uccidere.
Nonostante chiunque legga di queste pagine conosca bene l’epilogo della vicenda si va avanti pagina dopo pagina come se questa fosse la prima volta che questa storia ci viene narrata, con la stessa curiosità e voglia di arrivare fino in fondo per poi continuare instancabili attraverso le parole del più grande eroe terreno di tutti i tempi.