LibriAmo a cura di Renata Grifa
“Chi sei straniero? Mi domandò. Anche lui appariva molto meravigliato del mio aspetto.
Mi feci coraggio, mi avvicinai a lui e cercai di rispondere a quella domanda che altre volte mi era stata rivolta e a cui avevo risposto in tanti modi diversi,
perché un vagabondo senza patria e senza rifugio è tutti e nessuno.
Io che avevo avuto sempre pronti tanti discorsi non riuscivo a trovare una parola per rompere il silenzio.
Il ragazzo mi guardava incuriosito, perplesso. E finalmente cominciai: “Io sono…”
Valerio Massimo Manfredi
Il nòstos, il ritorno. Quello dalla più lunga e sanguinosa guerra che gli antichi hanno dovuto affrontare.
La guerra dei valorosi, degli inganni, dei miti e degli dei. É il ritorno dalle terre di Troia, è il ritorno a Itaca, a casa.
A narrare l’impresa è lo stesso Odysseo, l’eroe dal multiforme ingegno che dopo dieci anni di sanguinose battaglie, amori strazianti e odio inestinguibile si rimette in marcia insieme ai suoi uomini per raggiungere la sospirata Itaca.
Un viaggio che si rivelerà tutt’altro che semplice quando la voglia di far ritorno è pronta anche a sfidare l’ira degli dei.
Una storia che apparentemente non ha nulla di nuovo, una storia, quella di Ulisse, che conosciamo bene, l’abbiamo studiata tra i banchi di scuola e tutti siamo stati almeno una volta rimasti colpiti e affascinati dai fiori dell’oblio, dalla sensualità di Kirke, dal candore e dall’innocenza della bella Nausicaa o dall’ira vorace di Polifemo e dallo stratagemma per liberarsene.
“Che succede, Polifemo?”
“Qualcuno ti assale? Ladri? Vogliono derubarti?”
“Chi è che ti fa del male?”
Gli altri ciclopi si udirono all’esterno.
“Nessuno mi fa del male” gridò. “Nessuno mi assale! Aiutatemi!”
E tutti almeno una volta abbiamo immaginato quel viaggio interminabile per mare e per terre sconosciute fino all’arrivo in patria, all’incontro con il fedele Argo o al sudario fatto e disfatto dalla devota Penelope.
Eppure quella di Odysseo è una storia immortale, ma ciò che in questo racconto la rende speciale è la capacità dell’autore di farci avvicinare non al mito ma all’uomo, a quella parte umana che sembra preclusa quando leggiamo di battaglie, di guerre e di eroi.
Valerio Massimo Manfredi riesce a dar voce alla parte più intima del personaggio, è Ulisse che parla, è il re di Itaca, l’uomo retto e illuminato distruttore di città, ma allo stesso tempo è la voce di un uomo che altro non chiede di poter tornare ai suoi affetti, alla sua patria, ma non prima di aver adempiuto al proprio Fato. Ulisse ci viene presentato non solo come l’eroe dalle mille peripezie ma anche come semplice uomo capace di affrontare se stesso e le proprie debolezze senza mai perdere di vista la meta, il ritorno a casa.
Una voce magica quella che fin dalle prime pagine ci trasporta in quel mondo antico e onirico e ci fa sentire vivi l’odore degli ulivi, il calore del sole delle isole greche, il freddo delle notti a cui Odysseo è costretto.
Valerio Massimo Manfredi resta unico nel saper regalare una versione romanzata di quella che è la storia eroica più famosa di tutti i tempi senza mai far rimpiangere il testo originale, da cui ciascun lettore deve comunque partire per vivere fino in fondo il viaggio più emozionante che le pagine scritte ci abbiano mai regalato.