Promuovere e diffondere la cultura della legalità partendo dai giovani
Il “Parlamento della Legalità Internazionale” è un movimento culturale, interconfessionale e interreligioso che nasce dalla “sete” di verità e di giustizia. Due valori sia evangelici che civili, un ottimo punto di partenza per praticare cammini comuni. Un movimento (che conta 36 “ambasciate della legalità” in Italia), ha detto Nicolò Mannino, «cercato, voluto e desiderato», «nato dalle schede di un martire della giustizia (le schede di Paolo Borsellino custodite ancora oggi dal docente siciliano), e «dalla lettera d’incoraggiamento di un Santo», (Giovanni Paolo II, che ha scritto al prof. Mannino per invitarlo a proseguire con l’iniziativa). Auspicato dal giudice Caponnetto, voluto dallo stesso Borsellino come risposta all’uccisione di Falcone, il Movimento intende essere un presidio culturale, un invito, spiega il suo Presidente «a distruggere il mafioso che c’è dentro di noi, l’egoismo, l’odio, la violenza, la prepotenza, la sopraffazione, per divenire cantore d’amore e di bellezza».
Il “Parlamento della Legalità Internazionale” con il suo ideatore, promotore e Presidente, il prof. Nicolò Mannino di Palermo, sabato 16 novembre 2019 ore 10.20, si è “insediato” per un giorno presso l’Istituto Tecnico “Luigi Di Maggio” di San Giovanni Rotondo. L’evento, organizzato dal Lions Club “Gargano”, e rivolto agli alunni delle classi quarte e quinte, si è aperto con i saluti del Presidente dei Lions Michele Di Maggio e gli interventi del Sindaco, il prof. Michele Crisetti, e del Dirigente Scolastico, il prof. Rocco D’Avolio.
Il sindaco Michele Crisetti nel suo saluto si è soffermato sul valore della legalità visto nella concretezza della vita dei giovani: «La sfida della legalità – ha detto – è nelle cose che si toccano con mano ogni giorno. La legalità va vista nei comportamenti quotidiani, richiede sacrificio, a volte anche la capacità di saper andare controcorrente, dando così una testimonianza. Per fare degli esempi concreti, pensando ai nostri giovani, anche arrivare in orario a scuola e rispettare le regole della comunità scolastica significa educarsi alla legalità. Sul versante strettamente politico – ha concluso il Sindaco – legalità significa impegnarsi nel quotidiano, facendo anche scelte impopolari, senza ricercare il consenso».
Il Sindaco ha conferito al prof. Nicolò Mannino e al suo vicepresidente, Salvatore Sardisco, un riconoscimento ufficiale per “aver portato un messaggio di riscatto incoraggiando i giovani a divenire sentinelle di un’alba nuova” sul solco tracciato da Padre Pio.
Il Preside Rocco D’Avolio dopo aver ringraziato i delegati dell’ufficio scolastico provinciale e le autorità presenti, ha voluto ricordare che «promuovere e diffondere la cultura della legalità è un’azione decisiva per valorizzare e qualificare l’apporto dei giovani all’interno del contesto scolastico, familiare e sociale». «Sul piano didattico – ha aggiunto – è proprio il passaggio dalle conoscenze e abilità alle competenze a lasciar maturare nel giovane la consapevolezza di una cittadinanza attiva capace di mettere al centro il bene comune e il servizio nei confronti di tutti. Come scuola il nostro obiettivo è quello di costruire menti pensanti, e fare in modo che i nostri giovani siano in grado di trasmettere quanto maturato nella società, offrendo un apporto qualificato e competente».
«Frantuma ogni paura – dice ai giovani il prof. Mannino – perché puoi farlo». L’accento non è posto sul “devi”, ma sul “puoi”. Una proposta cioè che interpella sempre la libertà. Per questo ripete il prof. Nicolò, «noi possiamo essere il fresco profumo della libertà». Tratti che emergono in tutti i 28 volumi scritti dal docente siciliano e in particolar modo negli ultimi due: Peccatori sì, corrotti no, che richiama un invito di Papa Francesco, e Profeticamente scomodi, dedicato alla figura di don Tonino Bello.
E i giovani studenti dell’Istituto sangiovannese non sono stati destinatari passivi di uno dei tanti convegni previsti nell’agenda scolastica annuale, ma dei protagonisti. È scattata l’empatia. Quando Nicolò Mannino parlava c’era un silenzio carico di attesa ed interesse. I ragazzi sono stati emotivamente coinvolti nella narrazione del relatore, ma anche interpellati in prima persona nel condividere insieme a tutta la platea pensieri e sentimenti che avevano sperimentato. Uno di loro ha detto: “Abbiamo riflettuto su ciò che quotidianamente diamo per scontato”, un’altra “ho scoperto il desiderio di dire “grazie”, di dire ‘ti voglio bene’ ai miei genitori”, e un altro ancora, “è stato come fare un viaggio nel tempo verso il nostro futuro, per vedere quello che potremmo diventare, e quindi tornare a vivere il presente con più forza ed entusiasmo”.
Il dialogo con i giovani è stato intervallato dall’ascolto di alcune canzoni e sì è concluso con gli studenti che cantavano all’unisono una canzone dei Modà con tanto di cellulare alzato in alto a far luce, come in un concerto.
«Una parola detta al cuore si estende alla mente, rimane nella memoria e s’incarna nella vita. – A margine dell’incontro, professor Giovanni Chifari ci affida la sua riflessione pedagogica sul coinvolgimento dei giovani in iniziative così emotivamente coinvolgenti – Negli anni tante parole, ma anche pensieri e sentimenti si sono sedimentati nel profondo della coscienza dei giovani. Ma capita che arriva un vento fresco ed impetuoso che giungendo fino in fondo solleva tutto. Lo specchio interiore (la coscienza) appare così libero ed è in grado di riflettere tutto il bello e tutto il bene che era precedentemente coperto da quanto si era depositato e accumulato. Tuttavia parole, pensieri e sentimenti d’un tempo, non sono stati definitivamente rimossi. Per ora stanno ancora gravitando e volteggiando nell’uomo interiore. Potrebbero nuovamente depositarsi sul fondo e tutto tornerebbe come prima. Occorre allora rinnovare quel vento profetico perché procuri un movimento costante. E questo, per chi crede in Dio si può fare continuando ad attingere ad una Parola che non viene mai meno, la Parola di Dio, che potrà divenire come un principio interiore che interpreta, confronta e discerne i fatti della vita. Chi non crede in Dio, potrà continuare a ricercare quei valori alti che concorrono al bene comune, imparando a vigilare su se stesso, sull’alternanza di parole, pensieri e sentimenti.
Sul piano pedagogico infatti un giovane perde l’ingenuità a secondo della parola che ascolta, accoglie e custodisce. Ascoltare quindi i giovani, ma anche dare loro una direzione. “Un buon educatore, come ha chiosato alla fine del suo intervento il prof. Nicola Mannino, sa che i giovani sono il presente. Che occorre fare le cose con i giovani e non per i giovani”».
All’incontro di Nicolò Mannino con gli studenti dell’Istituto Tecnico ha fatto seguito un convegno, aperto alla cittadinanza, presso l’Auditorium “Piergiorgio Frassati” durante il quale Nicolò Mannino ha comunicato l’istituzione dell’Ambasciata della Riconciliazione presso la Casa Sollievo della Sofferenza.