LibriAmo a cura di Renata Grifa
Martin sorseggiò il suo vino. Incrociò il mio sguardo. Sembrava incerto.
“Era solo un’idea” disse Martin. “Pensavo che potesse essere carino tornare indietro,
rivedere qualcuno dei nostri vecchi fantasmi”.
“Perché quest’ossessione per il passato, PO? Ne ho abbastanza della nostalgia”.
Ben si sporse per prendere il decanter del vino rosso.
Serena gli assestò un colpetto leggero sul polso.
Era il segnale che ne aveva bevuto troppo e Ben lo ignorò.
Elizabeth Day
Inquietante, inattesa, con una suspence che non ti permette fino alla fine di capire dove stiamo andando, di quale sia davvero la storia detta e quale quella segreta che lega i due amici Ben Fitzmaurice e Martin Gilmour.
La stanza dell’interrogatorio è piccola e quadrata. Un tavolo tre sedie di plastica, una grande finestra alta con il vetro smerigliato sudicio di polvere, l’illuminazione al neon; le nostre facce immerse in un’ombra giallo sporco.
E sembra quasi di vederli, come in quei film anni ’70 in cui il commissario ha i pantaloni a zampa e i Ray-ban sul naso.
Tutto inizia in questa piccola stanzetta, perché è chiaro che qualcosa di drammatico deve essere accaduto durante il party che i Fitzmaurice hanno deciso di dare per inaugurare la loro bellissima e borghessissima nuova casa di campagna in occasione dei quarant’anni di Ben.
Chiaro che non tutto è andato come previsto se Martin si ritrova in caserma, Lucy in una struttura psichiatrica e Ben al capezzale di Serena.
Ma non tutto risale a quella sera, il racconto va a ritroso, c’è un segreto nelle parole non dette, qualcosa che pare sia successo anni prima ma che non riusciamo a cogliere completamente nel momento in cui ricordi, voci e pensieri iniziano a sovrapporsi tra quelli che sembrano essere stati amici per la pelle.
Ben e Martin, due anime nere della stessa medaglia “due ventricoli dello stesso cuore avvelenato” due personaggi talmente disturbati da risultare affascinanti. E poi Lucy “una non proprio colta e intelligente certo, ma troppo disillusa e insicura per essere disinvolta e brillante” e Serena, il bianco e nero che tentando di salvare gli altri dimenticano se stesse.
Una storia dark, in cui non sembra possa esserci miraggio di salvezza, in cui il lato oscuro delle relazioni umane emerge in tutto il suo “splendore”.
Una storia che gira intorno a due coppie diverse ma legate da un filo nero che tirerà giù tutti semmai qualcuno dovesse provare a tagliarlo, una storia che indaga nei rancori di quella borghesia cittadina ormai disincantata e diffidente.
Una trama che sembra già pronta per lo schermo (critica mossa da molti alla penna di Elizabeth Day) e che, sebbene cada a volte in frasi fatte e in personaggi privi di effetto sorpresa, risulta trascinante e affascinante come solo può essere il dark side di ognuno di noi.