La riflessione di Gaetano Cusenza dopo l’incontro con l’assessore regionale Barbanente
Partecipando il 5 luglio 2013 presso il Centro di Spiritualità Padre Pio, al Seminario, organizzato dall’Associazione Città Attiva di San Giovanni Rotondo, l’assessore Regionale all’Urbanistica, prof.ssa Angela Barbanente, ha ribadito con determinazione che San Giovanni Rotondo, per quello che rappresenta nel settore religioso e sanitario, per le tante situazioni urbanistiche non definite e per una carenza del Piano dei Servizi e delle Infrastrutture, necessita immediatamente di un Piano Urbanistico Generale.
L’Assessore Barbanente, con la chiarezza e la competenza che la contraddistingue, ha presentato tutto il lavoro che la Regione Puglia sta svolgendo in campo urbanistico, paesaggistico e ambientale, soffermandosi su quella che oggi rappresenta la più vistosa criticità del nostro territorio: il dissesto idrogeologico.
La relazione dell’Assessore Regionale è diventata a tratti severa, quando la discussione si è spostata sul Piano Urbanistico Generale.
A che punto siamo in questo settore?
A San Giovanni Rotondo vige ancora il PRG redatto dall’ing. Dal Sasso, approvato dal Consiglio Comunale nel 1986.
Nel lontano 1998, l’Amministrazione Comunale affidò l’incarico per il Piano Urbanistico Generale al Politecnico di Milano, ma tra rinvii, crisi amministrative ed elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale, solo il 1 luglio 2005 venne riaffidato al Dipartimento di Progettazione dell’Architettura del Politecnico di Milano, l’incarico per la formazione del PUG e del Piano Integrativo della mobilità e del Traffico.
Il 16 febbraio 2006 fu affidato all’arch. Umberto Bloise l’incarico per la redazione del PUG.
Il Politecnico il 27 aprile 2007 consegnò al Comune il Documento Programmatico Preliminare, che fu presentato alla città il 1 agosto dello stesso anno e a distanza ancora di due giorni fu presentato alla Regione Puglia.
A causa dell’elezioni anticipate e di nuovi approfondimenti sul Piano, il DPP fu approvato solo il 1 settembre 2010, da quella data fino ad oggi, chiunque vuole notizie sulla politica urbanistica nella nostra città, deve telefonare alla famosa trasmissione televisiva “ Chi l’ha Visto?”.
E’ impensabile che dopo 15 anni dal primo incarico al Politecnico di Milano e dopo incontri, verifiche, reincarichi, copianificazioni e adozione del DPP e dopo aver investito molti soldi pubblici, si continui inspiegabilmente a tenere tutto chiuso in un cassetto.
Purtroppo l’attuale coalizione politica non comprende che amministrare significa anche continuare il lavoro svolto dalle altre amministrazioni. La continuità va garantita, senza guardare il colore della maglia delle precedenti gestioni politico-amministrative.
Perché l’attuale Sindaco non continua il lavoro sul PUG?
Se volessi dare una risposta in politichese potrei fare un giro di parole, ma non darei la vera risposta. Ritengo, invece, che il PUG non vada avanti semplicemente perché il Politecnico di Milano è stato scelto da una coalizione politica di centrosinistra.
E’ tempo di iniziare a ragionare in modo diverso. Il PUG non appartiene né al centrodestra (?), né al centrosinistra.
E’ un valido strumento che oltre a regolamentare l’esistente, è indispensabile anche per ordinare le scelte future, in modo da evitare che si continui con la politica dell’improvvisazione.
Vogliamo continuare su questa strada?
E’ tempo di cambiare completamente pagina, utilizzando il PUG come strumento di programmazione e pianificazione.
Purtroppo dalle pochissime cose approvate dall’attuale Sindaco, ho l’impressione che la situazione urbanistica, ma non solo, tende a peggiorare anziché migliorare.
Qualche mese fa è stata autorizzata dall’Amministrazione Comunale la costruzione di una Residenza Socio-Sanitaria Assistenziale.
Dico subito e a scanso di equivoci, che sono molto favorevole alle strutture Socio-Sanitarie, sono servizi essenziali per i cittadini e rappresentano, specie in questo periodo, una gradevole boccata di ossigeno sul versante occupazionale.
Di contro, voglio rappresentare tutte le mie riserve sul piano urbanistico e strutturale, senza strumentalizzazioni politiche.
Realizzare una RSSA in un quartiere della città ad alto tasso di edificabilità, è una scelta approssimativa che rischia di compromettere la vivibilità degli stessi futuri ospiti.
Una struttura di 8.400 m3 che non prevede spazi per il verde, per parcheggi e i servizi, fa venir meno lo spirito di accoglienza, tipico di questi servizi.
Questo è il classico esempio di mancanza di pianificazione del territorio e la testardaggine di voler continuare imperterriti con l’improvvisazione.
Il nostro territorio è stato cementato quasi totalmente e proprio per questa ragione occorre, attraverso un PUG, regolamentare l’esistente.
Solo attraverso un nuovo strumento urbanistico si possono fare scelte importanti per il futuro della nostra città: ampliare la Candelaro – San Giovanni Rotondo (in un progetto di Area Vasta), permettere che la strada provinciale 45bis termini dietro la Casa Sollievo della Sofferenza, individuare le vie di accesso della città con un regolare piano per la mobilità, inoltre, chiarire il destino della zona CA alberghiera, decidere sul vincolo delle strutture alberghiere, riprendere definitivamente la zona PIP, proporre un Piano di rilancio per il centro storico, fissare punti fermi, senza libere interpretazioni sulle zone F ( ancora tante), zone T, zone C.
Prendiamo esempio dalla Casa Sollievo della Sofferenza che ha progettato e sta realizzando un nuovo Centro di Ricerca scientifica, posizionato opportunamente adiacente al Poliambulatorio Giovanni Paolo II, dove già è funzionante il laboratorio di ricerca. Questo, al contrario di quello che avviene nella politica, rappresenta il classico esempio di programmazione seria e lungimirante. Questo è avere un vero Piano di Servizi.
Per tutto questo e per tante cose ancora, ritengo che bisogna riprendere immediatamente la redazione del Piano Urbanistico Generale, senza pensare ai colori politici delle amministrazioni.
Gaetano Cusenza