Gli interventi dei presenti sul ruolo di spicco che il sindacalista-minatore ha avuto un nella storia politica e sociale di San Giovanni Rotondo
«La dignità del lavoro, i diritti civili, politici e sindacali, l’anelito di ogni essere umano ad emanciparsi e a migliorare le proprie condizioni di vita, attraverso il lavoro, furono i suoi punti di riferimento e rappresentano oggi, per tutti noi, la sua più grande eredità».
Con queste parole Gianni Ricci, Segretario Generale della UIL FOGGIA, ha voluto sintetizzare il suo commosso e sentito ricordo in onore di Giovanni Malerba nell’ambito del convegno “Il tempo della miniera” organizzato a San Giovanni Rotondo da UIL FOGGIA, Fondazione “Bruno Buozzi”, Comune di San Giovanni Rotondo in omaggio del sindacalista-minatore, nel centenario della nascita.
«Nicola Malerba rappresenta una pietra miliare non solo per la UIL che ha contribuito a fondare nel 1958 ma per tutto il sindacalismo di Capitanata.
La sua formazione avvenne “sul campo”, nella Valle del Campanaro, nelle miniere di bauxite di San Giovanni Rotondo.
Qui, sulla propria pelle, conobbe il lavoro minorile, lo sfruttamento del lavoro, le giornate di lavoro di dieci o di dodici ore, il lavoro senza sicurezza, i morti sul lavoro, e la mancanza di lavoro. La povertà…
Malerba conobbe anche l’esperienza della deportazione nel campo di concentramento nazifascista di Dortmund.
In questo contesto storico, sociale ed economico, scelse di stare dalla parte degli sfruttati e dei poveri, per condizioni di vita migliore, per livelli culturali più elevati, per la crescita delle tutele e dei diritti, sociali e del lavoro.
La sua attività sindacale parte da qui, dalla stella polare di un costante, sistematico, progressivo impegno per la causa dei lavoratori. Un impegno che dirò per tutta la vita! – ha aggiunto Ricci.
Nel 1960 aprì la sezione del Partito Socialista Democratico Italiano a San Giovanni Rotondo e nelle elezioni comunali del novembre 1963 fu eletto nella lista di questo partito.
Ebbe la delega di Assessore ai Lavori Pubblici nella giunta di centro-sinistra guidata dal sindaco Francesco Morcaldi.
Nel febbraio del 1973 fu tra i grandi protagonisti dell’occupazione della miniera per cercare di scongiurarne la chiusura. Quella vertenza, sebbene terminata con un nulla di fatto, ebbe un grande impatto sull’identità e sulle dinamiche politico-sindacali di San Giovanni Rotondo e fu determinante nell’imprimere nuove direzioni di sviluppo al territorio. In seguito, Nicola Malerba proseguì la sua attività sindacale impegnandosi nella costituzione a livello provinciale del sindacato dei pensionati.
Nel 1981 costituì la prima Cooperativa Agricola “B. Buozzi”, e nel 1989 la seconda Cooperativa Agricola “F. Turati” formata da braccianti e lavoratori stagionali. Successivamente si fece promotore del processo per istituire il Consorzio agricolo Garganico».
«Io penso – ha concluso il Segretario Generale della UIL FOGGIA – che la sua eredità, il suo insegnamento più importante per noi tutti sia nell’essere sempre interpreti del cambiamento avendo, però, sempre ben presente chi siamo, da dove veniamo ma anche il senso del nostro impegno sindacale».
«Le vicende legate alla miniera hanno determinato fondamentali dinamiche di sviluppo del territorio e dato grande impulso ai processi partecipativi e al movimento sindacale. Sotto questo profilo, Nicola Malerba giocò un ruolo di primissimo piano» – ha dichiarato Michele Crisetti, sindaco di San Giovanni Rotondo.
«Ricordo bene il linguaggio semplice e diretto, l’equilibrio che caratterizzavano Nicola Malerba. In qualità di Segretario Generale della UIL PUGLIA mi sono spesso interfacciato con lui direttamente sulle questioni inerenti i minatori di San Giovanni. Così come ricordo quando Padre Pio metteva fine alle lunghissime discussioni sindacali che Malerba e i colleghi di CGIL e CISL organizzavano per i problemi dell’Ospedale e di tutto il territorio, con un “mo’ basta jatevenne”, (ora basta andate via). Le battaglie di Malerba nelle miniera per i lavoratori, così come la presenza di Padre Pio, hanno trasformato il volto di San Giovanni Rotondo» – ha ricordato Aldo Pugliese, Presidente Nazionale ENFAP.
Ricchi di aneddoti anche gli interventi di Matteo Cappucci (già primo cittadino di San Giovanni) e del professor Michele Notarangelo.
Conclusioni affidate a Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione “Bruno Buozzi”: «Conobbi Malerba quando ero praticamente un ragazzino. Per me era un mito! Da autodidatta aveva saputo formarsi e diventare un punto di riferimento per tutti i minatori di San Giovanni Rotondo. Era un ragionatore, un sindacalista tenace e preparatissimo. La maggior parte delle conquiste sindacali in questo territorio porta la sua firma. Quando nacque la UIL, la nostra organizzazione volle farne giustamente un punto di riferimento per tutta la Capitanata. Il suo legame con la storia, con il passato mi ha sempre commosso. Crea una cooperativa e la dedica a Bruno Buozzi. Mi piace ricordare come, da assessore, era sempre presente sul posto per verificare lo stato di avanzamento dei lavori. Malerba era la perfetta incarnazione dell’aforisma di Sandro Pertini: i giovani hanno bisogno non di prediche ma di esempi. È questa la forza e l’attualità del suo insegnamento».
L’evento commemorativo si è concluso con il reading “Il sindacalista e la miniera”, a cura di Gennaro Tedesco con musiche di Giuseppe Cassano, e la visita della mostra allestita presso l’Auditorium “Giovanni Scarale”.
La mostra di immagini e documenti della miniera di bauxite di San Giovanni Rotondo resterà aperta al pubblico, ad ingresso libero, fino al 13 settembre.