"Un segno di civiltà"
di Gianni Impagliatelli
Finalmente arrivò la Grumese. Partita sentita, attesa, aspettata. Non voglio parlare del risultato e della partita, andrei troppo nell’ordinario, voglio rimarcare se pur amareggiato della sconfitta, l’evento straordinario, la dura e sublime lezione di civiltà inflitta alla Grumese.
Dopo i nefasti eventi accaduti in quel di Carbonara nella partita di andata, tutti si aspettavano la nostra vendichevole reazione, dai tifosi agli addetti ai lavori. Molte società sia nostre ospiti che nostre ospitanti in coro ci ripetevano "Pensiamo che il campionato della Grumese finisca a S.Giovanni Rotondo". Cosa dire di queste affermazioni? Che purtroppo questa è la nostra cultura calcistica e questo è il nostro livello di sportività, è la cruda realtà. Quando sono accaduti gli eventi tutti ne hanno parlato a ragione veduta. Se fosse successo l’epilogo vendicativo in casa nostra tutti pronti a riscrivere a carattere cubitali sui vari giornali le vendette. Ed invece il silenzio assoluto. Ma sapete cosa è successo di straordinario domenica a S.Giovanni? Niente, assolutamente niente.
E questo non è da prima pagina? Nella nostra cultura sportiva, giornalistica e quant’altro purtroppo non è da prima pagina. Non ha fatto notizia. Per tutta la settimana abbiamo lavorato affinché non accadesse nulla, non è stato facile stemperare gli animi dei tifosi e degli amici, molti col dente avvelenato e molti pronti a spedizioni punitive. Invece la società ha risposto con un grande segno di civiltà. E con essa i tifosi e gli amici. Forze dell’ordine presenti a tutela dei calciatori e dirigenti ospiti; stadio limitato a soli 100 spettatori come daordinanza prefettizia.
Nessuno screzio in campo e negli spogliatoi nessuna parola fuori posto nessun accenno dell’andata. La società AC S.Giovanni Rotondo, società Signora qual è, ha dato un grande esempio di civiltà, esempio il quale, evidentemente nemmeno la Federazione ci credeva o ci sperava. Esempio, il quale non ha certo dato la Federazione mandando 2 commissari di campo, uno da Foggia e l’altro da Bari arrivato con il pullman ospite e ripartito col pulman ospite. Commissario cosiddetto "viaggiante" come ci spiegavano i commissari in quanto va con la squadra ospite.
In tanti anni di calcio è la prima volta che lo sentivo e pensare che noi andavamo a prendere botte nel barese e potevamo portarci il commissario. Che carenza. Ma purtroppo, a patto che sia vero, la legge non ammette ignoranza quindi oltretutto questo mio messaggio assume anche una valenza divulgativo per le altre società qualora non lo sapessero. Mi spiace che la FIGC usi due pesi e due misure cercando di tutelare i carnefici o meglio gli interessi dei carnefici. Mi spiace presidente Tisci, il lupo non ha sbranato l’agnello, quindi è inutile e superfluo il referto dei commissari, anche se avessero perso. Non c’erano gli appigli per un eventuale ricorso ed un’eventuale restituzione dei 3 punti Questa mia terra e questa mia gente ha un senso civico talmente alto da deludere anche la federazione calcio o gli amici della Federazione calcio.
Se ben vuole operare ed usare lo stesso metro di giustizia mandi i commissari "viaggianti" ovunque e dica di refertare tutto. E poi, ai giudici sportivi, di applicare le giuste sanzioni. Se avesse avuto la stessa accortezza che la Federazione ha avuto a S.Giovanni Rotondo il buon Mimmo Piano, Castriotta ed altri non sarebbero rimasti fino a mezzanotte in osservazione negli ospedali di Bari. Oltretutto qualcuno ci ha anche accusato di essere fessi, di essere poco coraggiosi e senza spina dorsale. Mi spiace per questi vendicatori sarebbe stato troppo facile aspettarli con tanto di mazza da baseball. Vogliamo cambiarlo questo calcio, vogliamo renderlo accessibile a tutti ed ancor più entusiasmante,con la lealtà e la correttezza.
La civiltà non è la nostra debolezza ma la nostra più grande forza. Noi abbiamo già cominciato presidente Tisci ora tocca a voi……….
Gianni Impagliatelli