La vita e la scuola al tempo del Covid: lo tsunami emotivo e la didattica a distanza… le rassicurazioni e le riflessioni di una prof
Il momento storico che stiamo vivendo, segnato ancora dall’emergenza Covid 19 (per quanto sembrino rassicurare dati e “numeri” degli ultimi giorni) ha portato la Scuola a “costruire” percorsi educativi e formativi con modalità che poggiano, in larghissima parte, su mezzi e strumenti digitali.
Nella prassi didattica si è verificata, infatti, una vera rivoluzione determinata dalla necessità. Rivoluzione della quale noi docenti abbiamo preso il carico perché animati dalla sincera premura di garantire la continuità del dialogo con gli studenti, di evitare che una brusca interruzione ne compromettesse finalità, obiettivi ed esiti già ottenuti.
Aspetto non nuovo, certo, della professione docente, ma che oggi acquista un peso maggiore, un valore più alto.
Il dolore attraversa la vita, la storia dell’uomo. Lo abbiamo sperimentato negli ultimi mesi. Abbiamo scoperto che ciò può accadere all’improvviso ed anche con una sconcertante crudezza.
Crudezza che non risparmia vite umane, che non procede con passi felpati per sconvolgere e mettere a serio rischio la stabilità di apparati e sistemi socio-economici. Siano essi solidi o fragili.
Che con la violenza di uno tsunami rende tutto vulnerabile. Ad ogni latitudine agisca.
È questo il tempo dell’attesa. Di un’attesa paziente e laboriosa. Nella quale testare la propria capacità di essere forti e consapevoli che dal dolore si può imparare (e anche molto) per ricominciare.
Restando uguali a prima, ma, se si vuole, anche cercando di essere migliori di prima.
Maria Mondelli