Perché chiuderci in questo inspiegabile egoismo?
Tutto ormai è pronto per l’Ostensione del Corpo di San Pio: il prossimo 1° giugno, il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione dei Santi, con la celebrazione Eucaristica darà il via al grande evento, che vedrà il Corpo del nostro Santo, esposto permanentemente.
Il clima di raccoglimento e devozione, con cui ci stiamo preparando all’Ostensione, rischia di essere turbato dalla legittima proposta dei Padri Cappuccini, i quali hanno annunciato il 25 maggio scorso, che il Cuore di San Pio sarà trasferito a Pietrelcina.
Personalmente ho accolto con gioia questa notizia, ma sono rimasto sconvolto dalle parole e dalla opinione del Sindaco Pompilio, il quale con un manifesto e con interventi vari sta invitando la Città ad organizzarsi per evitare il trasferimento della preziosa reliquia.
Ritengo questa reazione del Sindaco istintiva e priva di un’attenta riflessione, che potrebbe provocare alla nostra Città un decisivo danno di immagine.
Stiamo parlando di San Pio, sicuramente uno dei Santi più conosciuti, che conta milioni di devoti in tutto il mondo.
Scrive Mons. Carmelo Pellegrino, valido componente della Congregazione dei Santi e fedele figlio spirituale di Padre Pio: < Circa 15 anni fa l’Argentina collassò per una paurosa crisi economica; la gente arrivava persino a patire la fame. Il Card. Bergoglio era a Roma per un incontro, e parlando con il Coordinatore dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio per Roma e per il Lazio, don Pietro Bongiovanni, il futuro Papa Francesco espresse un desiderio: “ Quanto mi piacerebbe avere una reliquia di Padre Pio per il mio popolo sofferente”. Detto, fatto. Dopo qualche settimana fu portata a Buenos Aires una “benda” che aveva asciugato le piaghe di Padre Pio. Nella piazza antistante la Cattedrale fu celebrata una S. Messa. L’afflusso del popolo Argentino fu enorme e il beneficio spirituale prodotto persino superiore. Il Card. Bergoglio con commozione disse: “ Questa reliquia la voglio sempre con me”. Da allora viene esposta ogni 23 del mese, in onore di San Pio, con una partecipazione popolare indescrivibile>.
Vedete quanto bene continua a profondere il nostro Padre Pio. E’ bastato una sua “benda” per avvicinare alla fede un intero popolo.
Allora perché opporci con tanta veemenza alla proposta dei Padri Cappuccini?
Oggi il Cuore di San Pio è custodito nel nostro Convento, precisamente nella Cella n° 5 che è collocata nella zona claustrale.
Perché non donarlo a Pietrelcina, dove sarebbe solennemente esposto nella Basilica, in cui tantissimi fedeli potrebbero venerarla e trovare ristoro spirituale e fisico?
Perché chiuderci in questo inspiegabile egoismo, noi che siamo stati apostrofati dallo stesso Padre Pio, come popolo generoso?
Oggi di Padre Pio, San Giovanni Rotondo ha tutto: corpo, anima ed opere, soprattutto la Casa Sollievo della Sofferenza.
Tutti i luoghi ci parlano quotidianamente di Lui.
Tutto qui da noi è una perenne “Reliquia”.
Qualcuno mi diceva: “ Si vuole dare una reliquia a Pietrelcina? Va bene, ma il Cuore proprio no!”.
Padre Pio è Santo e come tutti i Santi, per noi credenti, ora è in Paradiso, aldilà del corpo e del cuore.
Oggi noi abbiamo una sola “ Reliquia” di Padre Pio, da custodire gelosamente: la sua Spiritualità. E’ la Spiritualità il vero Cuore di Padre Pio.
Tutto il resto è secondario.
Penso che sia arrivato il tempo di scoprire veramente chi è stato lo Stigmatizzato del Gargano.
Il “ Rappresentante stampato di nostro Signore Gesù Cristo” , così lo definì Papa Paolo VI, nel 1971.
Parole impegnative che ci indicano, senza indugio, un programma altrettanto impegnativo.
Sono state realizzate tante strutture ricettive. Ora facciamo in modo che queste pietre possano riempirsi di “anima”, di “cuore”, per la gente che ha tanta sete di San Pio.
Poche settimane fa , si sono dati appuntamento a San Giovanni Rotondo contemporaneamente sia gli Associati di don Pierino Galeone, sia i Francescani dell’Immacolata di Padre Manelli, entrambi figli spirituali di Padre Pio, erano circa 1000 persone, che avevano tanta, tanta voglia di conoscere la vita del nostro Santo.
E’ su questo che bisogna lavorare.
E’ necessario che i pellegrini trovino nella nostra Città, un clima e un programma di spiritualità, di preghiera e cultura coerentemente cristiana.
Caro Sindaco, cogliamo favorevolmente questo momento, abbiamo trascorso 52 anni con Padre Pio, pertanto non possiamo temere di perderlo.
In fine, mi permetta di suggerire che sia Lei, in nome di questo “Popolo Generoso” ad accompagnare il Cuore di San Pio a Pietrelcina e consegnarlo simbolicamente nelle mani del Sindaco della Città che ha dato i natali al nostro Santo.
Pietrelcina merita questo dono.
Gaetano Cusenza