LibriAmo a cura di Renata Grifa
Spero che non te ne innamori, ma pure se fosse, io ti voglio bene assai.
La felicità che afferri con un altro, niente mi toglie di te.
Quella felicità non la potevi prendere da me.
Ho un sacco di felicità assortite con te, non me ne hai fatte mancare, anzi ne hai inventate che non le potevo immaginare.
Quelle sono specifiche mie, con nessun altro si possono rifare.
Così stanno le cose a proposito della felicità.
Erri De Luca
“Impossibile è la definizione di un avvenimento fino al momento prima che succeda”, “Impossibile” è la trascrizione di un lungo interrogatorio tra un anziano scalatore sospettato di omicidio e un magistrato giovane, determinato, concreto.
Due mondi lontanissimi che vengono in contatto nella sala di un commissariato, due generazioni che forse non si sarebbero mai incontrate se la vita non avesse messo l’imputato e la vittima sullo stesso sentiero di montagna, su quella Cengia del Bandiarac che ad un certo punto non è più stata fedele.
E se poi il cadavere trovato è quello di un ex collaboratore di giustizia e chi era con lui è un suo ex amico di lotta, tutto fa pensare ad una resa dei conti. Ciò che serve è solo l’ammissione di colpa ed il caso è risolto.
Ne viene fuori un lungo e bellissimo scontro dialettico e generazionale che mette uno di fronte all’altro l’impossibile in cui crede il giovane magistrato e la coincidenza a difesa dell’accusato. Un duello tra passato e presente, tra un uomo che ha vissuto il suo tempo e un altro che quel tempo lo ha conosciuto dai libri di storia “Con questo magistrato mi trovo davanti a un interrogatorio dei tempi di scuola. A età rovesciata: io sono un vecchio alunno ripetente, lui un giovane supplente che sa meno di me sulla materia. Con lui ritorno alle mie reticenze”.
È lo scontro di un uomo ormai anziano che non ha più nulla da perdere e che ha dalla sua l’esperienza di chi può affermare a gran voce che la “la vita è uno sciame di coincidenze” e che le cose impossibili in realtà accadono di continuo.
Ed è impossibile anche quell’amore intercettato nelle lettere tra un interrogatorio e l’altro, quelle lettere scritte e mai spedite che iniziano tutte con “Ammoremì” e che nascondono la dolcezza e la capacità di un uomo che riesce a sentirsi libero anche in una cella “imparo a farmi amico il tempo. Mi presento come suo coetaneo. Il tempo è per sempre e io pure, anche se il mio per sempre è più breve. Non ci importa lo spazio, possiamo avere le nostre immensità dentro i centimetri. Ci sei anche tu e niente altro per me conta”.
Ed è così con delicatezza e allo stesso tempo determinazione che Erri De Luca ci regala un libro che attraversa gli anni pesanti del passato accettandone gli errori e restando consapevole che tutto ciò che è stato resta fermo e immobile nella memoria e che lo si può ritrovare solo nella solitudine, nel silenzio, nell’esperienza di se stessi e nel vuoto di una cima di montagna.
Ed è così con delicatezza e allo stesso tempo determinazione che Erri De Luca ci regala un libro che attraversa gli anni pesanti del passato accettandone gli errori e restando consapevole che tutto ciò che è stato resta fermo e immobile nella memoria e che lo si può ritrovare solo nella solitudine, nel silenzio, nell’esperienza di se stessi e nel vuoto di una cima di montagna.