“Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”
a cura di
Don Salvo Miscio
Prima Lettura
Voglio l’amore e non il sacrificio
Dal libro del profeta Osea
Os 6, 3-6
Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora. Verrà a noi come la pioggia d’autunno, come la pioggia di primavera che feconda la terra. Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce. Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti.
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 49 (50)
R. Chi cammina per la retta via vedrà la salvezza di Dio.
Parla il Signore, Dio degli dèi, convoca la terra da oriente a occidente:
«Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici, i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. R/.
Se avessi fame, non te lo direi: mio è il mondo e quanto contiene. Mangerò forse la carne dei tori? Berrò forse il sangue dei capri? R/.
Offri a Dio come sacrificio la lode e sciogli all’Altissimo i tuoi voti; invocami nel giorno dell’angoscia: ti libererò e tu mi darai gloria». R/.
Seconda Lettura
Si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 4, 18-25
Fratelli, Abramo credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza».
Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo – aveva circa cento anni – e morto il seno di Sara. Di fronte alla promessa di Dio non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.
Canto al Vangelo
R. Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio; a proclamare ai prigionieri la liberazione.
R. Alleluia.
† Vangelo
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori
Dal vangelo secondo Matteo
Mt 9, 9-13
In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
L’amore più del sacrificio
Il popolo di Israele ha fatto sempre una grande fatica a comprendere fino in fondo il cuore di Dio. Gli altri popoli sacrificavano ai loro dei e compivano con pedanteria gesti rituali per propiziarsi la loro benevolenza. Il Dio di Israele non vuole olocausti ma l’amore, il rispetto dei più deboli, la giustizia e ha in abomino la ritualità ipocrita (I lettura).
Chiede la fede al suo popolo, una fede che al massimo chiede di sacrificare il proprio orgoglio, la propria indipendenza, per legarsi a Lui con una fiducia totale e radicale (II Lettura).
Dio cerca questo legame anche se sa che l’uomo è e resta nel profondo un peccatore, uno dalla fedeltà limitata dalla fragilità. Ma sa anche che l’unico medico capace di guarire questa ferità è Lui, il suo Amore. Suo Figlio viene a manifestare questo premura di Dio Padre cercando, scegliendo e chiamando i peccatori, rendendoli capaci di sacrificare la loro vita per l’annuncio del Vangelo. (Vangelo).