L’intervista al direttore artistico Luciano Pompilio
Si è conclusa, con grande successo di pubblico, la prima parte della rassegna musicale “In concerto”. È soddisfatto del risultato ottenuto per i primi 4 concerti della sesta edizione?
Molto. Vedere l’auditorium sempre gremito di gente è una grande soddisfazione, ti porta a considerare che la gente si è affezionata alla rassegna e si fida della qualità proposta dal direttore artistico.
Come risponde il pubblico alla proposta musicale di queste edizioni?
Il pubblico è entusiasta di questa rassegna, alla fine di ogni concerto chiede bis e va a complimentarsi con gli artisti. Si esce dall’auditorium con uno spirito diverso, direi si esce arricchiti di quella bellezza che solo l’arte la può dare. Noto anche che al concerto si ritrovano gruppi di amici, ed è a mio avviso un motivo in più per condividere l’amicizia con le emozioni del concerto. Poi questa edizione è contrassegnata anche per la partecipazione di rappresentanti dell’amministrazione comunale, il sindaco Gennaro Giuliani, la giunta e alcuni consiglieri infatti erano presenti alla prima serata, l’assessore alla cultura Michele Notarangelo ha partecipato a tutti i concerti, questo credo sia un gesto importante perché mi fa capire che ci tengono alla riuscita di questo progetto.
Nota un’attenzione diversa rispetto alle prime edizioni?
Dalla prima edizione ad ora c’è stata una enorme evoluzione, grandi passi avanti, con l’introduzione della guida all’ascolto curato dalla Alba Collivignarelli, docente di pianoforte. C’è più interesse e comprensione verso l’ascolto della musica.
Posso affermare che facciamo veramente cultura, con competenza e umiltà; chi frequenta la rassegna sa che voglio dire.
La gente mi ferma per strada anche diversi giorni dopo il concerto per complimentarsi e per commentare l’esecuzione. Per i frequentatori diventa un’esigenza. Si ha bisogno di quella curiosità creativa che ci fa stare bene, non a caso Platone scriveva che “la potenza del bene si rifugia nella natura del bello.”
Su quali criteri si basa la scelta degli artisti in programma?
Non ho dei criteri particolari. Mi baso essenzialmente sulla conoscenza personale che ho con gli artisti; molti li ho già ascoltati nelle varie stagioni concertistiche dove spesso mi trovo in cartellone con loro e poi cerco di variare le formazioni con strumenti differenti e proponendo programmi particolari.
“In concerto” è un’iniziativa del Comune di San Giovanni Rotondo che vede la collaborazione dei frati Cappuccini. Un mix intelligente che ha fatto sì che le cose andassero per il meglio?
L’iniziativa è partita da me sette anni fa. Essendo musicista, volevo creare a San Giovanni Rotondo, prendendo spunto dalle innumerevoli iniziative musicali nazionali, una serie di concerti di musica colta che servissero anche ai giovani musicisti in formazione ad arricchire il proprio bagaglio culturale e poi volevo portare tutti quegli interpreti di fama nazionale ed internazionale che ho la fortuna di conoscere. Finora sono circa 60 i concerti effettuati, grazie a tutte le amministrazioni comunali di questi anni fino a quella attuale. Inizialmente la location era il chiostro comunale, ma non era idoneo acusticamente per questo tipo di musica. Per questo mi sono rivolto ai frati per la disponibilità dell’auditorium e grazie anche a loro il concerto è ora svolto nel luogo adatto.
Infatti “In concerto” rappresenta oggi una kermesse musicale di tutto rispetto non solo a livello locale. Maestro, Lei che vive costantemente l’ambiente musicale del panorama classico, come viene considerata questa stagione concertistica a livello nazionale?
Considerando gli artisti che ho portato, dai Virtuosi di Praga alla Trzeciak possiamo collocarla senza dubbio a una rassegna pari a quelle importanti delle grandi città, ma riguardo la notorietà aspetto mi auguro che la città e l’amministrazione la rendano ancora più visibile a livello nazionale e a sentirla propria, come sull’esempio del Festival della Valle D’Itria, Ravello Festival, Festival di Spoleto, ecc.
La stagione riprende a settembre con artisti internazionali provenienti dal Portogallo, dall’Austria, dalla Polonia. Cosa pensano gli artisti internazionali della nostra città? Ne restano affascinati?
Sì, ne restano affascinati! Trovano il paese molto bello e caratteristico, e la gente molto cordiale e accogliente ed è incredibile, che tutti colore che hanno soggiornato qui, hanno avuto tutti la stessa impressione: ci sono un’aria e un’atmosfera spirituale.
La rassegna è giunta alla sua sesta edizione. Spesso è difficile dare continuità ai progetti. Qual è il segreto di questa costanza?
Segreti non ce ne sono, la costanza dipende essenzialmente dagli aiuti. Quest’anno abbiamo avuto molto supporto da autorità e privati locali.
Per quanto mi riguarda ce la metto tutta. Tutto il peso organizzativo viene alleggerito dalla passione che ho per la musica. Devo ringraziare anche il mio allievo Francesco Scaramuzzi che spesso lavora dietro le quinte.