LibriAmo, a cura di Renata Grifa
“In nome del padre”: inaugura il segno della croce
In nome della madre s’inaugura la vita.
Galilea, mese di marzo dell’anno zero. Una giovane donna riceve un annuncio: diventerà madre di un figlio destinato a cambiare il destino dell’uomo.
Mentre parlava io diventavo madre. Gli uomini hanno bisogno di parole per consistere, quelle dell’angelo per me erano vento da lasciar andare. Portava parole a semi, a me ne bastava uno…Con le mai intrecciate sul ventre piatto mi toccavo la pelle per sentire sulla punta delle dita la mia vita cambiata. Era per me il giorno uno della creazione…Non mi importava delle conseguenze, da un’ora all’altra io non appartenevo più alla Legge.
E così comincia il lungo viaggio costellato da ostacoli e paure che in una fredda notte di dicembre porterà Miriàm/Maria e il padre-non padre Iosef a dare la vita al piccolo Ieshu.
Una storia che non è nuova a noi lettori, ma che Erri De Luca con la delicatezza ed eleganza propria del suo raccontare ripropone in una chiave che esalta la sfera femminile, lasciando che sia la voce di Maria stessa ad accompagnarci in quello che forse è il viaggio più importante che una donna si trovi a compiere. Dall’annuncio dell’angelo inizia un racconto che mette Maria, donna e non madonna, davanti alle paure, le angosce e i pensieri per essere stata scelta come colei la quale dovrà custodire il mistero più grande dell’umanità.
Una donna spoglia della sua veste sacra viene donata al lettore come piena di grazia e di forza “E’ la forza di affrontare il mondo da solo senza sforzo, sfidarlo a duello tutto intero senza neanche spettinarsi”. Maria è pronta ad accogliere ciò che il destino ha in serbo per lei, a farsi serva di una volontà superiore.
In queste pagine Erri De Luca ci racconta la più bella storia d’amore che gli uomini possano conoscere, la forza di una donna, l’amore di una madre, la devozione di un uomo.
Vi lascio con quello che è forse il passo più bello di questo racconto, il momento in cui lontano da tutti la donna fu fatta madre
“lontano dagli uomini e dal mondo, fa tutto da sola, regolando il suo respiro a quello delle bestie alle sue spalle, soffocando le urla del dolore per non allarmare Iosef che aspetta che lei deponga il loro figlio fra le sue braccia. Ma la donna, ora madre, esita, aspetta che giunga la luce del giorno prima di presentare la sua creatura al mondo – Fino alla prima luce Ieshu è solamente mio”
Buon Natale!