LibriAmo… ricorda Joseph Tusiani
Ad un mese dalla scomparsa una speciale edizione di LibriAmo vuol ricordare uno dei più illustri uomini che ha reso grande l’Italia oltreoceano, il maestro e poeta Joseph Tusiani.
Nato nella vicina San Marco in Lamis, Joseph (per tutti era solo Joseph, come i grandi, quelli che basta solo il nome ad evocarne il mito), con in tasca una laurea in Lettere, lascia il paese di origine insieme a mamma Maria quando è poco più che ventenne per raggiungere il padre emigrato in America pochi mesi prima della nascita del figlio.
Un padre che per anni è rimasto “la parola difficile da pronunciare”, un padre che vide per la prima volta nel settembre del 1947 quando la nave carica di migranti attraccò al molo 86 del porto di New York.
Un rapporto, quello tra padre e figlio, che solo il tempo avrebbe consolidato. Un tempo che da provvisorio diventa stabile, stabile come la sua permanenza a New York, città dalla quale non avrebbe più fatto ritorno.
Giuseppe diventa così Joseph, l’uomo dei due mondi e delle due anime, quella nuova, americana e quella di origine, lasciata in quel piccolo paese del Gargano che mai ha dimenticato e che mai lo dimenticherà.
Terra natale, io non ho mai sofferto,
io non ho pianto e non son mai partito,
se alla mesta pupilla,
che ti ritrova, tu sei bella ancora
e sei materna. Forse per selvaggi
mari avanzò la sola mia paura;
Joseph Tusiani
Una nostalgia che diviene parte integrante delle sue opere e della sua poetica e che sette anni dopo il suo arrivo a New York, quando per la prima volta torna nel suo paese di origine, gli valse quasi inaspettatamente (lo venne a sapere leggendo il New York Times) uno dei più prestigiosi premi letterari assegnati dalla Poetry Society of England, l’ambito Greenwood Prize mai vinto prima di allora da un americano.
Un premio che diede ancor più slancio e lustro ad una carriera che era già di per sé brillante, un riconoscimento che fu il primo di una lunga serie di onorificenze ricevute in America, tra gli ultimi la nomina di “Poeta Laureato Emerito” conferita dal Governatore dello Stato di New York.
Quando si parla di Joseph Tusiani gli si accostano i più grandi nomi della letteratura mondiale, Dante, Foscolo, Buonarroti, poeti da lui venerati e tradotti.
Immortale resteranno per sempre la sua traduzione dall’italiano all’inglese della Divina Commedia di Dante Alighieri, testo che divenne punto di riferimento per alcune delle principali università americane e della Gerusalemme Liberata.
Ma indubbiamente il Tusiani più intimo resta quello che ritroviamo nelle sue poesie, un’esigenza, quella di fare poesia, che egli stesso paragona al bisogno di respirare. Una poetica intrisa della meravigliosa visione davanti la vita e ai suoi misteri, espressa dall’immensa grandezza di riuscire a comporre non solo in quelli che possiamo dire fossero i suoi idiomi abituali, l’inglese e l’italiano, ma anche in latino e nel dialetto di quel paese garganico cui tanti versi ha dedicato e cui ogni volta tornava a far visita.
Una perdita quella di Joseph Tusiani che porta via con se la parte più bella di un paese che ora ha il dovere di ricordare la sua grandezza e di consegnare al mondo quella “lettera ma’ mpustata” come testimonianza di un uomo che con la sua persona e la sua immensa opera ha reso grande questo pezzo di terra e l’Italia intera.
a cura di Renata Grifa