27 Febbraio 2007, ore 16,30
Via Ragazzi del ’99, 8 – S. Giov. Rot.
La presentazione di Rosa Merla, coordinatrice della Comunità
Saranno presenti S.E. Mons. D’Ambrosio, il Sindaco con la giunta comunale, i consiglieri, i numerosi amici e i volontari insieme ai ragazzi accolti.
Gli appartamenti sono quattro e sorgono sul terreno di proprietà del Sac. Ercolino Giovanni, presidente della Fondazione ELPIS –Onlus- , padre e amico dei volontari, perno su cui ruota tutta l’organizzazione, anima del progetto educativo.
Benvenuti. L’inaugurazione di quattro appartamenti destinati all’infanzia e all’adolescenza che soffre, è un momento di grande gioia. La casa è il frutto della provvidenza e dei nostri sacrifici.
Da più di vent’anni portiamo avanti le comunità di accoglienza per minori utilizzando case prese in fitto (la comunità è nata il 27 febbraio 1984).
Siamo volontari e ci prendiamo cura dei ragazzi in maniera gratuita e disinteressata (ci sono dei servizi educativi specializzati e alcune mansioni particolari che paghiamo).
La breve favola di Bruno Ferrero, “Il falenino (piccola falena) innamorato di una stella”, è una sorta di parabola utile a descrivere “chi siamo” noi volontari a servizio della comunità familiare per minori.
Ecco la storia.
“ Una piccola falena si innamorò di una stella. Ne parlò alla madre e questa gli consigliò d’invaghirsi invece di un abat-jour.
«Le stelle non son fatte per volarci (correrci) dietro», gli spiegò. «Le lampade, a quelle sì che puoi svolazzare dietro».
«Almeno lì approdi a qualcosa», disse il padre. «Andando dietro alle stelle non concludi niente».
Ma il falenino non diede ascolto né all’uno né all’altra. Ogni sera, al tramonto, quando la stella spuntava s’avviava in volo verso di essa e ogni mattina, all’alba, se ne tornava a casa stremato dall’immane e vana fatica.
Un giorno il padre lo chiamò e gli disse: «Non ti bruci un’ala da mesi, ragazzo mio, e ho paura che non te la brucerai mai. Tutti i tuoi fratelli si sono bruciacchiati ben bene volteggiando intorno ai lampioni di strada, e tutte le tue sorelle si sono scottate a volare intorno alle lampade di casa. Su avanti, datti da fare, vai a prenderti una bella scottatura! Un falenotto forte e robusto come te senza neppure un segno addosso!».
Il falenino lasciò la casa paterna ma non andò a volteggiare intorno ai lampioni di strada né intorno alle lampade di casa: continuò ostinatamente i suoi tentativi di raggiungere la stella, che era lontana migliaia di anni luce. Lui credeva invece che fosse impigliata tra i rami più alti di un olmo.
Provare e riprovare, puntando alla stella, notte dopo notte, gli dava un certo piacere, tanto che visse fino a tardissima età. I genitori, i fratelli e le sorelle erano invece morti tutti bruciati ancora giovanissimi”.
Ci siamo innamorati dell’Amore per i piccoli e gli adolescenti maltrattati e traditi dal mondo degli adulti, facciamo fatica, giochiamo ogni giorno a perdere (apparentemente)…ma, dopo 23 anni siamo ancora vivi, entusiasti e consapevoli che, in materia di relazioni e di legami, bisogna dare ragione alla Volpe del Piccolo Principe di Antoine di Saint’Exupery : “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Ciò che si semina oggi può germogliare in qualsiasi momento della vita della persona.
Sono vive nella nostra memoria le parole di un’adolescente che ci ha buttato in faccia: “Non voglio le vostre regole, il vostro progetto è difficile, non lo voglio…” ed è scappata. Poi ci ha confidato: “Voglio educare i miei figli secondo le vostre regole..” Ora lo sta facendo. Ha una bambina che accudisce in maniera adeguata facendosi anche aiutare.
Nell’arco di questi 23 anni sono passati da noi circa 200 ragazzi e ragazze. Solo 10 di San Giovanni Rotondo. L’invio alle nostre strutture viene fatto dai Tribunali per i Minorenni di Bari, Napoli, Potenza, Lecce, Roma tramite i Servizi sociali dei Comuni e le ASL di riferimento dei ragazzi; per tacere degli extracomunitari che sono approdati anche da noi.
Le famiglie di appartenenza dei minori nostri ospiti hanno delle gravi difficoltà, non economiche, ma di natura psicologica, sociale e morale… Un misto mortifero che produce nei figli dei guasti a volte irreparabili.
I ragazzi accolti da noi hanno delle grosse ferite e lacerazioni. Le loro reazioni al nostro intervento educativo spesso ci fanno guadagnare sul campo la medaglia della critica e dell’incomprensione da parte degli insegnati e di quanti ci guardano da lontano senza coinvolgersi né nel nostro operato, neanche venendo a chiedere di interessarsi fattivamente e proficuamente di qualche minore e neppure informandosi adeguatamente. I nostri proverbi sangiovannesi ci confortano “lu parle è jarte lege” (il parlare è un’arte leggera) o “i guai della pignata li sape la cucchiara” (i guai della pentola li conosce il mestolo).
Siamo consapevoli che nessuno è profeta in patria e che sia facile parlare male per scusare la propria inattitudine. Non diciamo questo per scusarci, ma per testimoniare che perdoniamo a chi ci fa del male e scusiamo quanti non ci capiscono.
Siamo ancora vivi, fragili falene innamorate di un amore impossibile…ma vivi; con un programma faticoso apparentemente infruttuoso e fallimentare. Educare è sempre stata un’arte difficile, oggi sta diventando impossibile. Oltre a tanto amore, bisogna armarsi di un coraggio straordinario perché bisogna combattere contro i persuasori occulti; i falsi profeti che fanno vedere tutto facile; i parolai che costruiscono i castelli di carta; i nemici dell’uomo che vogliono clienti e consumatori; etc, etc.
Le agenzie educative si trovano ad arginare il lavoro diseducativo delle strade, della TV, del commercio, noi ci siamo assunti un altro compito più difficile: non solo educare, ma anche “correggere” quanto di distorto ha costruito la società degli adulti e ciò che i ragazzi hanno introiettato e assimilato senza contare le profonde ferite dell’abuso.
Non si può nascondere che spesso ci è venuta la tentazione di gettare la spugna e di arrenderci, specie quando eravamo “costretti” a dialogare animatamente con le famiglie di origine, che difendono in malo modo l’indifendibile e distorto amore per i loro figli.
Spesso abbiamo invitato politici, psicologi e assistenti sociale a una verifica sulle loro decisioni, ma inutilmente. A volte manca una comprensione sinergica perché il ragazzo capisca che non può giocare a nascondino perché il suo trucco è risaputo.
Ci spinge ad andare avanti la consapevolezza che il servizio, l’impegno, il quotidiano sono strumenti utili per la nostra crescita umana, psicologica e spirituale e la nostra presenza è segno di contraddizione nei confronti del mondo: siamo convinti che è possibile educare e che l’uomo interiore è più autentico di quello esteriore, e il seme messo nel cuore del ragazzo maturerà in uomo autentico.
Il vangelo, l’unica nostra fonte ispiratrice, è chiaro nell’indicare la direzione verso cui tendere per raggiungere la statura di Cristo, l’uomo autentico e vero, con il quale tutti ci dobbiamo confrontare.
La nostra comunità di accoglienza per minori è una proposta di crescita per vivere non secondo i parametri economici e del consumo che non rende felice, perché la donazione di sé è la fonte vera della gioia.
Dare amore per ricevere umanità è l’unica strategia vincente per dare ossigeno, concime, nutrimento alla mente e all’anima.
La coordinatrice della Comunità di accoglienza
-dott.sa Merla Rosa-