Cenere: la colpa, la solitudine, l’espiazione
In uno scenario freddo e arido, vagano due anime: un uomo e una bambina senza passato; non hanno legami di parentela, si sono semplicemente trovati. Nonostante il gelo, l’aria è secca a causa della cenere. Nevica cenere da quando un cataclisma di origini ignote ha distrutto tutto.
A offrire riparo ai due è un frate, Otto, un’altra anima, un’altra storia, un’altra colpa da scontare, rimasto per poter raccontare quello che resta della storia del paese dove vive, catalogando con cura libri e fotografie.
Le precarie condizioni di salute della bambina, costringeranno l’uomo e il frate a far ricorso all’unica persona, nel raggio di chilometri, in grado di aiutarla, un vecchio medico, ma la bambina sparisce…
Con uno stile elegante e garbato, Emiliano Stefanelli, cattura il lettore, focalizzando l’attenzione su una delle paure più ataviche dell’uomo: la solitudine.
“In Cenere ho messo molto di me in ogni pagina, molti luoghi e persone a me care. E la mia paura principale è legata alla perdita dei ricordi e quindi alla solitudine. E’ una mia riflessione sul significato della vita, della morte, delle vere maledizioni dell’uomo, su cosa significa piangere i ricordi, anche se dolorosi.”
Il finale è sconvolgente!
Emiliano Stefanelli, classe ’84, ha nel sangue la Puglia, anche se è nato e vive in Piemonte. A Ventidue anni vince il Concorso Limoni Piemonte con il racconto natalizio “La tempesta di Stanley Barry” e una borsa di studio presso la Scuola Holden di Alessandro Baricco, a Torino.
Il suo romanzo d’esordio “Fuochi dalla Pianura” è un successo ed è il primo di quella che l’autore immagina come una “Trilogia Americana”. I suoi prossimi progetti letterari sono la pubblicazione di un nuovo libro, che ha appena terminato, e una raccolta di raccolti per Giulio Perrone Editore.
MPC