Nel 2011 non ce ne saranno più
da www.repubblica.it
L’allarme è stato lanciato a più riprese. Ma poi non se n’è fatto nulla. Adesso, però, la situazione si fa complicata: entro due anni arriverà a saturazione il numero dei quattro miliardi di indirizzi internet attualmente disponibili e non sarà possibile crearne di nuovi se non si passerà alla nuova piattaforma Ipv6. Lo ha ribadito Roberto Gaetano, vice presidente del Cda dell’Icann al seminario su "Internet del futuro", promosso a Roma dalla Fondazione Ugo Bordoni.
In vigore dal 1981, l’attuale protocollo degli indirizzi delle reti di Internet, l’Ipv4, consente di gestire fino a quattro miliardi di indirizzi di terminali, soglia – peraltro teorica – che secondo gli esperti sarà raggiunta entro un paio d’anni. Secondo Roberto Gaetano "l’Ipv6 porrebbe rimedio ai problemi dell’Ipv4, legati alla funzionalità di un protocollo ormai vecchio. Il fatto che l’autoconfigurazione e la sicurezza siano parte del nuovo protocollo", ha detto il vice presidente del cda dell’ICANN, "permetterà inoltre di fornire soluzioni standard, senza il bisogno di inventare altre procedure".
"La strada è difficile", ha sottolineato Nigel Titley, presidente del consiglio direttivo del Ripe Ncc, organismo europeo preposto alla gestione dei domini europei di Internet, "perché l’Ipv6 risolve problemi ma non produce nuove entrate per gli Isp. Ecco perché stenta a decollare". Passare all’Ipv6 è però necessario, per evitare di arrivare ad una situazione in cui ci si muove spinti dalla necessità".
Promotori del passaggio all’Ipv6 dovrebbero essere tutti i soggetti legati ad internet, dagli utenti finali ai service provider, ai governi.
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