Per il nostro ciclo di interviste ai personaggi politici cittadini, oggi è la volta di Michele Crisetti, capogruppo dei Democratici per la Città.
Crisetti la sua opinione sul cosiddetto ‘ribaltone’?
Ritengo, come già ho dichiarato in Consiglio comunale, che il Sindaco di fronte all’evidente fallimento della sua coalizione originaria doveva, per correttezza nei confronti della città, rassegnare le dimissioni. Poi avrebbe avuto 20 giorni di tempo per valutare assieme ai suoi alleati se c’erano le condizioni politiche per andare avanti. Doveva anche lui interrogarsi se in questi mesi aveva fatto il possibile per salvare l’amministrazione.
Stento veramente a capire la situazione venutasi a creare: una maggioranza non organica plasticamente fotografata dalla dislocazione dei vari consiglieri nei banchi dell’assise comunale. Una confusione totale.
Quanto durerà questo nuovo asset amministrativo?
Non molto perché su alcune questioni fondamentali alcuni componenti dell’attuale maggioranza, fino a poche settimane fa seduti all’opposizione, hanno idee differenti. Teniamo conto poi che vista la grave situazione economica in cui versano le casse comunali, molti progetti, anche importanti, non potranno essere realizzati.
Ecco appunto, la salute delle casse comunali. Avete chiesto un consiglio per valutare la situazione economico-finanziaria dell’ente, che a quanto pare sarebbe più grave del previsto…
Per la prima volta il Comune ha chiesto un anticipo di cassa all’istituto che detiene la tesoreria comunale di circa 4 milioni di euro. Un provvedimento che si chiede quando con le entrate ordinarie non si riescono a coprire le spese della normale amministrazione, e mi riferisco agli stipendi dei dipendenti, alle utenze e a tutto quello di primaria necessità. Per ora non parliamo di dissesto, ma è chiaro che stiamo vivendo una situazione delicata dove bisogna evitare tutte le spese superflue. Un bilancio che sarà quindi fortemente ingessato e gravato tale da non permettere la realizzazione di grandi opere, a meno che non si riescano a reperire finanziamenti sovra comunali. Dal punto di vista economico quindi passeremo un brutto momento con l’imposta sui rifiuti anticipata a maggio. Inoltre i Comuni non percepiranno più le entrate dell’IMU, Insomma tutto questo provocherà una certa tensione nella gestione dei conti con il bilancio che a questo punto potrà essere solo ordinario e non di sviluppo. Per questo nel consiglio che abbiamo richiesto vogliamo che l’amministrazione ci dica quali sono le reali intenzioni a fronte di questa situazione che riguarda i reali problemi della città. Inoltre nel consiglio ribadirò ancora una volta la questione dell’abolizione del gettone di presenza per i consiglieri. Un gesto simbolico ma che vuole essere d’esempio.
Negli ultimi consigli lei ha tirato fuori la questione dei servizi sociali con l’Ufficio di Piano sempre più allo sbando.
Da aprile abbiamo l’ufficio di Piano chiuso, senza persone in grado di accogliere le richieste dei cittadini in difficoltà. La regione nel periodo novembre-gennaio ha trasferito all’Ufficio circa 1 milione e 200 mila euro per l’attuazione del Piano Sociale di Zona, somma che per una serie di situazioni interne al coordinamento istituzionale, non si riesce a sbloccare. E’ paradossale perché abbiamo le risorse ma per carenze ed inefficienze strutturali non possiamo utilizzarle. Hanno licenziato tutti e non sono stati in grado di ripristinare un ufficio importante e funzionale. E’ assurdo come il nostro comune versi regolarmente la sua quota ma non vede la realizzazione di alcun servizio. Una situazione che denota la totale assenza della politica, un immobilismo totale da parte del Sindaco, dell’assessore e del consigliere delegato.
Lei più volte ha teso la mano all’amministrazione, per dare il suo contributo alla risoluzione dei problemi. Si è mai chiesto perché il Sindaco si ostini a rifiutare l’aiuto dell’opposizione anche per questioni di interesse pubblico e non propriamente politico?
Non trovo ragioni valide, se non una specie di autosufficienza amministrativa della serie “ti abbiamo ascoltato, ma decidiamo noi”.Non so perché non accettino la mia collaborazione, i fatti purtroppo hanno dimostrato che su molte questioni avevano torto: abbiamo detto del Piano Sociale di Zona, il dimensionamento scolastico, la realizzazione della RSSA. In tutto questo c’è stata una chiusura netta. La collaborazione non è soltanto racchiusa nel voto favorevole, ma bisogna ascoltare i consigli e valutare le proposte.
Che idea si è fatto di famosi vasconi per mitigare il rischio allagamenti?
Io esprimo giudici solamente dopo i fatti. E i fatti hanno dimostrato anche recentemente che forse la soluzione di quei vasconi non è proprio ideale. Devo constatare che questa soluzione ha dato prova di inefficienza. Purtroppo si va avanti per tentativi e si spendono soldi inutilmente, ma la colpa sia chiaro non è solo di questa amministrazione ma anche della programmazione del territorio sbagliata e selvaggia dei decenni passati.
Basterà l’ostensione di San Pio a risollevare il comparto turistico?
Se il turismo è strategico per il benessere di San Giovanni è chiaro che anche l’attività amministrativa deve essere plasmata attorno al fattore turistico. Bisogna entrare nell’ottica che il turismo non è una delega a se stante, ma riguarda tutti gli assessorati: ad esempio i lavori pubblici e l’urbanistica devono lavorare tenendo conto delle esigenze turistiche della nostra città. Anche il comparto commerciale deve tenere conto della vocazione turistica di San Giovanni Rotondo. Non si risolve tutto solo attraverso le iniziative degli operatori turistici. Se vogliamo essere veramente città dell’accoglienza e della riconciliazione dobbiamo migliorare la qualità dell’accoglienza, dare servizi efficienti al pellegrino (parcheggi, check point) e dare una bella immagine della città: una città curata, che non si allaga alla prima pioggia e tanto altro. Manca una visione generale del problema per questo va ripensata tutta una strategia programmatica focalizzata sulla vocazione turistica del nostro paese. Da questo punto di vista l’ostensione perenne di San Pio sarà sicuramente motivo di maggiore impegno per la nostra classe dirigente. Abbiamo di fronte una occasione da non perdere.
alv