Conferenza dell’AIDO all’ISIS “Di Maggio”
“La carità è il solo metro di Dio”.
Una frase di Padre Pio come chiave di lettura per interpretare il servizio dell’associazione AIDO che s’impegna a diffondere la cultura della donazione.
Venerdì 15 febbraio, presso l’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Industriale di San Giovanni Rotondo, si è svolto un incontro rivolto agli alunni delle classi quinte per sensibilizzare i giovani sul tema della donazione degli organi.
La Conferenza si è aperta con il saluto del Preside, il prof. Rocco D’Avolio. «Momenti come questo che stiamo vivendo oggi – ha detto il Dirigente – sono decisivi per educare i giovani ad essere cittadini attivi. È sotto gli occhi di tutti, infatti, che l’attuale società non appare più organizzata sulla sola dimensione delle conoscenze, ma ricerca una visione più ampia, in grado di valorizzare il percorso integrale della persona, che la scuola contribuisce a scandire e declinare accompagnando e promuovendo il passaggio dalle conoscenze alle abilità e competenze». «La scuola, dunque, insieme alla famiglia – ha continuato – è l’agente educativo per eccellenza. Con questa consapevolezza la scuola è come un’antenna che intercetta quanto le accade intorno, nel mondo e nella società, per ritrasmettere al suo interno un messaggio che andrà poi riformulato secondo i percorsi delle varie discipline. Queste ultime hanno una propria autonomia nei contenuti e nella didattica, ma con questa sollecitazione intendiamo dire che la scuola non può disattendere tutte quelle esperienze di servizio all’uomo, e in particolar modo all’uomo sofferente, dalle quali promanano valori importanti che meritano di essere approfonditi e condivisi».
Prima dell’intervento dei relatori c’è stato il saluto del Direttore sanitario dell’IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza”, il dott. Domenico Di Bisceglie. Il direttore ha presentato l’attività dell’AIDO come un’azione volta a promuovere “comportamenti virtuosi ricchi di umanità” e si è poi soffermato sul servizio di Casa Sollievo, sulla sua attività ospedaliera ad alta complessità e sulla vocazione alla ricerca dell’Istituto di carattere scientifico, che chissà, forse un giorno potrà anche avvalersi delle competenze biotecnologiche degli studenti presenti.
Le parole commosse e nello stesso tempo molto performative e sapienti del dottor Zagari, hanno motivato la riflessione sul tema della donazione degli organi. «Io dono, tu doni, egli vive» e poi a seguire «Io non dono, gli altri muoiono». Ma serve una «comunicazione con l’esterno – ha aggiunto – per diffondere una corretta conoscenza della cultura e stile del donare».
A seguire l’intervento del dott. Carmine Mione, medico responsabile della Rianimazione di “Casa Sollievo”. Lo specialista ha voluto precisare che la peculiarità di chi lavora in rianimazione è quella di salvare la vita. «In “Casa Sollievo” – ha detto – la percentuale di mortalità (di quanti giungono in rianimazione) è del 10 %, molto al di sotto delle medie nazionali». Poi si è soffermato su una delle definizioni scientifiche di vita, la stessa che s’impegna a difendere e servire ogni medico. Prendendo a prestito le parole di X. Bichat, il dottor Mione ha parlato di vita come «l’insieme delle funzioni che resistono alla morte». Quindi ha affrontato la questione delle scienze che collaborano con la medicina, il tema della partecipazione emotiva del medico ma anche aspetti più tecnici come la distinzione tra coma e morte cerebrale. Condizione, quest’ultima, per poter procedere, in presenza di un consenso esplicitato prima o richiesto ai parenti più prossimi, con il prelievo degli organi.
Infine il dottor Gorgoglione ha cercato di prendere in esame alcune delle domande più ricorrenti nell’ambito della donazione degli organi, offrendo un breve excursus sulla legislazione che cura e tutela questo nobile gesto. La Conferenza si è chiusa con la visione di un filmato che riportava la testimonianza di un giovane trapiantato, ritornato a una vita normale, anche sul piano della pratica sportiva, e con il dibattito in aula che ha visto intervenire diversi giovani.